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Dall’imprenditoria alla salute, la prima “tappa” del progetto Val di Sole Ritorno al Futuro

sabato, 29 maggio 2021

Cogolo di Peio – Che aspetto avrà il territorio montano tra 20 anni, agli occhi di residenti e turisti? Immaginarlo è difficile ma riuscirci è necessario. Una cosa è infatti certa: se vogliamo rispondere alle sfide del presente dobbiamo immaginare una montagna sostenibile e ricca di opportunità per tutti. È questo il primo messaggio che emerge dall’incontro di presentazione del progetto “Val di Sole – Ritorno al Futuro” ospitato ieri nell’affascinante scenario della centrale idroelettrica di Cogolo di Dolomiti Energia e trasmesso in streaming per permettere di ampliare il pubblico (oltre 200 le persone collegate. L’evento è disponibile all’indirizzo: http://valdisoleritornoalfuturo.it/).

Una scelta emblematica a fronte di una necessità chiara: quella di “trasformare le risorse in energia progettuale” come ricorda Alessandro Bazzanella, coordinatore della Trentino School of Management, istituzione che è anche partner scientifico del progetto. Il programma, avviato dall’Azienda per il Turismo della Val di Sole, in collaborazione con la Comunità di Valle e i Comuni della Val di Sole – è bene ricordarlo – non è solo una mera reazione alla difficile situazione attuale del comparto turistico, bensì un processo di lungo periodo destinato a modificare la nostra visione del territorio e del suo futuro.

“Perché impegnarsi in questo progetto? Perché è necessario ripensare al territorio coinvolgendo tutti suoi attori” spiega Luciano Rizzi, presidente APT Val di Sole. “Mi è stato insegnato che le strade in salita sono le più faticose ma anche le uniche che portano in cima”. Già, la cima. Ovvero il vertice di un pensiero che è anche punto di partenza, come spiega il direttore della stessa ApT Fabio Sacco: “Partiamo dai sogni, dalla visione d’insieme. Insomma, dalla dimensione ‘alta’. Iniziamo quindi con l’immaginare il traguardo per poi costruire la strada migliore per arrivarci: ‘Ritorno al futuro’ significa anche questo”.

Immaginare una montagna nuova significa anche superare le vecchie logiche del turismo classico, osserva Barbara Poggio, prorettrice alle Politiche di equità e diversità dell’università di Trento. “Occorre un cambio di passo nel rapporto tra il territorio e i più giovani. Ed è urgente conciliare le sfide di oggi con le specificità del luogo rendendo tutti gli attori parte attiva del processo e tenendo conto delle diversità, a cominciare da quelle generazionali e di genere, promuovendo infrastrutture al servizio comunità e facendo leva sull’accessibilità ai servizi e sull’alfabetizzazione digitale”.

Quattro gli elementi chiave che dovrebbero caratterizzare il processo: la qualità della vita, l’imprenditorialità, il coinvolgimento dei giovani e la rigenerazione dell’ambiente.

“Il turismo è una risorsa che può essere riprogettata all’insegna della sostenibilità” spiega Signe Jungersted CEO di Group NAO, una società con sede a Copenhagen. “Oggi non si tratta di massimizzare il numero dei turisti ma di promuovere in pieno la capacità del turismo di contribuire al miglioramento della qualità della vita di una comunità e di un territorio. È un modo per rispondere ai problemi più pressanti del mondo post pandemico: recessione, cambiamento climatico e collasso della biodiversità”.

Fondamentale anche il contributo di una nuova idea di imprenditorialità, come chiarisce Patrick Kofler, CEO di Helios, società con sede a Bolzano che si occupa di sviluppo e comunicazione di servizi di mobilità e turismo sostenibile. “Per avere un’impresa che funziona a lungo termine occorre definire mission e valori”, spiega. “Ma attenzione: non dobbiamo fare confusione con i concetti. Fatturato e profitto possono essere un risultato. Ma i risultati non possono essere considerati l’obiettivo. Abbiamo bisogno di una visione d’impresa basata su pilastri decisivi come dignità, trasparenza, sostenibilità ecologica e solidarietà”.

In questo quadro le nuove generazioni dovranno essere protagoniste, sottolinea Veronica Barbati, consigliere di presidenza con delega ad ambiente e agricoltura del Consiglio Nazionale Giovani e delegata nazionale Coldiretti Giovani Impresa. “Le sfide attuali necessitano di tanta energia e i giovani possono offrire il contributo più grande” spiega. “Il PNRR è una grande opportunità ma si tratta pur sempre di risorse che costituiscono un debito per le nuove generazioni. Per questo motivo possono essere realmente valorizzate solo se costituiscono un investimento per il futuro”. Il protagonismo giovanile, aggiunge, si vede nell’autodeterminazione e dal desiderio diffuso di scommettere in molte occasione sul proprio territorio: “Siamo passati dalla resilienza a quella che definirei restanza, la voglia di rimanere e di puntare sullo sviluppo di progetti sostenibili in senso ambientale, economico e sociale”.

Infine l’ambiente e la sua rigenerazione. “Dobbiamo superare il concetto di tutela, che fa riferimento al presente, e puntare sull’idea di conservazione, che implica un progetto per il futuro” spiega Fabio Renzi, Segretario generale della Fondazione Symbola. “La montagna tra vent’anni? La vogliamo abitata, non soltanto visitata” aggiunge. E le opportunità non mancano: “La contemporaneità è amica della sostenibilità e quindi lo è anche di questi territori che in passato erano stati condannati ad essere marginali da quella stessa impostazione economicista che ha accompagnato il vecchio modello di sviluppo industriale. Oggi, insomma, la montagna può diventare la vera frontiera avanzata delle sfide del presente”.

Lo stesso presente, in ogni caso, è fatto anche di obiettivi immediati come ricorda Roberto Failoni, assessore all’artigianato, commercio, promozione, sport e turismo: “Siamo un territorio che desidera autenticamente guardare avanti, anche in una prospettiva ventennale. Oggi però abbiamo bisogno della determinazione di tutti i nostri imprenditori per ripristinare una certa normalità. Nei prossimi giorni il progetto entrerà nel vivo con le attività di ascolto e coinvolgimento di tutti gli attori. Il futuro dobbiamo ancora scriverlo. Ma possiamo iniziare a viverlo fin da subito”.



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