Campodenno - A Castel Belasi di Campodenno (Trento) è in programma la mostra di Aldo Valentinelli: "Soffermando il tempo. Per stare al passo con la natura". Inaugurazione: sabato 3 settembre alle 18:30 fino al 30 ottobre.
Il terzo appuntamento della serie di mostre di giovani artisti trentini a Castel Belasi è dedicato ad Aldo Valentinelli. Guardando ai suoi suggestivi quadri ad olio che immortalano la fauna alpina, questa personale indaga per la prima volta l’approccio concettuale di questo giovane artista, convinto che l’unico modo per vedere la natura sia staccarsi dal frenetico mondo odierno per respirare al ritmo della natura, soffermando il tempo.
Continua con la mostra personale di Aldo Valentinelli (Cles, 1996) la programmazione della project room di Castel Belasi, che completa con l’arte under 35 la proposta espositiva nello splendido maniero con affreschi del Quattro e Cinquecento da poco aperto al pubblico, dove troviamo anche una sezione dedicata a mostre temporanee d’arte contemporanea di respiro internazionale – quest’anno una personale di Stefano Cagol a cura di Emanuele Quinz – e un percorso permanente consacrato alla fotografia con pezzi provenienti a rotazione dall’Archivio Fotografico Storico Provinciale – quest’anno Flavio Faganello e la rivoluzione del ’68. La project room rappresenta il cuore del castello, situata al centro dell’estesa struttura architettonica nella sala a piano terra detta “delle decime”, e votata a una ricognizione degli artisti più giovani, quest’anno con una predilezione per il mezzo pittorico e per trentini formatisi fuori regione, già premiati da riconoscimenti e partecipazioni di rilievo.
La mostra di Aldo Valentinelli presenta una decina di olii su tela di cui quattro inediti, realizzati appositamente per l’occasione. Porta il titolo “Soffermando il tempo. Per stare al passo con la natura” e guarda per la prima volta in profondità nell’approccio concettuale di questo giovane artista, andando oltre la superficie pittorica dei soggetti immortalati: gli animali della fauna alpina.
Le opere di Valentinelli non illustrano, infatti, puramente le fattezze degli animali dell’area montana dove vive, urogalli, camosci, caprioli, ma rappresentano uno statement, una dichiarazione d’intenti rispetto al rapporto che l’artista ha con la natura e che noi come spettatori siamo invitati ad assumere. Il cambio di paradigma da lui attuato è basato sull’idea di tempo. Siamo soliti scrutare quanto ci circonda attraverso lo schermo di uno smartphone per scattare veloci foto, non possiamo aspettare il momento adeguato, ci accontentiamo di mozziconi di sguardi. Questo artista innesca, invece, una paziente ricerca sul campo, compiendo studi dal vero, ricordando il modo di fare del Rinascimento, quando il distacco dagli antichi schemi visivi richiedeva l’esercizio dell’osservazione della natura e l’uso di taccuini su cui ripetere schizzi di piante e animali.