Commezzadura (Trento) - C’è chi la ama. Chi, come
Loïc Bruni, non la digerisce ma ne rispetta storia e prestigio. Chi la considera una sorta di creatura mitologica. Di certo, il suo nome incute timore solo a pronunciarlo.
La
Black Snake, il serpente nero, che poi non sono altro che le insidiose radici che caratterizzano la celebre pista di Downhill delle WHOOP UCI Mountain Bike World Series in Val di Sole. La
denominazione proviene da lì: dalle
radici che diventano nere non appena cadono due gocce d’acqua, pronte a inghiottire o viceversa far entrare i rider nella storia di questa specialità.
Foto di Giacomo Podetti.
Nata da un’idea di
Pierpaolo ‘Pippo’ Marani, la Black Snake è considerata un monumento del
Downhill mondiale. Nella sua storia rientrano imprese, cadute e momenti che hanno lasciato il segno. Vincere la gara di Downhill in Val di Sole garantisce gloria sportiva eterna senza la necessità che ci sia per forza in palio una medaglia o una maglia iridata.
Sabato 15 giugno, in occasione delle
WHOOP UCI Mountain Bike World Series in
Val di Sole, sulla Black Snake si sfiderà il meglio del Downhill mondiale in un concentrato di 4 minuti dove tecnica e coraggio la faranno da padroni.
I numeri (
2100 metri di lunghezza,
550 di dislivello e
24% di pendenza media) non rendono giustizia alle difficoltà del tracciato. La Black Snake è stata concepita con due caratteristiche principali che la diversificano dalle altre piste: è
naturale e il
tracciato segue una linea retta. Questo comporta che non ci siano sezioni dal punto di vista morfologico diverse o più o meno semplici fra di loro. Dall’inizio alla fine i rider hanno a che fare col
bosco e le sue insidie, segnato dalle
radici, inframezzato da
rocce e caratterizzato da un
fine terreno sabbioso difficile da interpretare.
Nel
2008, per la Black Snake arrivò la prova del grande ciclismo: i primi
Campionati del Mondo di Mountain Bike ospitati da Val di Sole. Nel frattempo, nel finale era stato aggiunto un salto, il “
Pippo Jump”, che proprio in quella edizione della rassegna iridata costò caro a
Sam Hill. In vantaggio di oltre 6 secondi al penultimo intermedio, il rider australiano andò lungo proprio nel passaggio del Pippo Jump rovinando a terra nella successiva piega a sinistra, che gli venne in seguito intitolata. Nonostante ciò concluse al terzo posto la sua prova, entrando nella storia assieme a una pista che non ammette la minima distrazione.