Il rischio è che il Parco venga utilizzato in maniera strumentale per la costruzione di infrastrutture impattanti in vista dei Giochi Olimpici, come avvenne nel 2005 per i Mondiali di Sci e che ancora oggi lasciano il segno nella vallata.
«È inaccettabile che vengano ipotizzate le realizzazioni di due opere così invasive all’interno del Piano di un Parco Nazionale, che dovrebbe occuparsi della protezione del territorio e della sua straordinaria biodiversità – dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia –. Dal 2006, a seguito del commissariamento del Parco e del conseguente smembramento che ha portato il PN dello Stelvio di fatto ad essere una sommatoria parchi regionali, si è perpetrata una decisa erosione delle tutele di un’area che dovrebbe essere un’eccellenza nazionale. Tutele che invece, il nuovo Piano del Parco deve recuperare, dando vita a una nuova stagione di conservazione accorta dello straordinario capitale naturale che racchiude. Ma poi, ci chiediamo come sarà possibile prevedere un tunnel ferroviario quando, nella parte lombarda, la ferrovia si ferma a Tirano? Verrà allungata la ferrovia o assisteremo eventualmente a inutili navette per portare in treno le auto? Una pura follia».
Non solo in provincia di Sondrio, però, in buona parte della regione si cerca di accaparrarsi una porzione del bottino previsto di 1,3 miliardi di euro per ottenere fondi e per mettere in vetrina il proprio territorio. Sul piatto, per citarne alcune, il completamento della Pedemontana, in Brianza la Metrotranvia tra Milano, Desio e Seregno già inclusa tra le opere strategiche di collegamento per il 2026, il restyling della Ss 36 Valassina nel lecchese, il collegamento ferroviario con l’aeroporto di Orio al Serio nel bergamasco già inserito nel piano d’investimento di Rfi.
Sul tema Legambiente Lombardia ha firmato le osservazioni inviate a Regione Lombardia da parte dell’Osservatorio sul Parco Nazionale dello Stelvio, sui contenuti del Rapporto Ambientale (RA) relativo al Piano del Parco sottolineando la propria preoccupazione per i gravi rischi ambientali che questi scenari – al momento solo ipotizzati, al fine di una loro valutazione ambientale – profilano all'orizzonte per uno dei parchi nazionali storici del nostro Paese.