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Cgil Cisl Uil: il problema è la bassa crescita del Trentino

Intervento sulla manovra finanziaria

TRENTO - Manovra finanziaria, per Cgil Cisl Uil il problema è la bassa crescita del Trentino. Indispensabile accelerare sul piano per l’industria e sull’attuazione del patto per i salari. Per i sindacati c’è poi il nodo welfare a partire dall’aumento scriteriato dell’Icef.

“La manovra finanziaria oggi non è sufficiente per rispondere al rallentamento della crescita economica e alla riduzione della capacità di spesa di lavoratori e pensionati. Dobbiamo avviare rapidamente il confronto sulla ripresa dell’industria e sul sostegno all’innovazione. Non c’è un minuto da perdere”: Lo dicono i segretari provinciali di Cgil Cisl Uil commentando la relazione del presidente Fugatti per la presentazione della legge di stabilità provinciale.
In particolare Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Largher non nascondono la loro preoccupazione per le performance poco rassicuranti del Pil provinciale. “Da tre anni il prodotto interno lordo cresce meno dell’1%, dello 0,2% nel 2023, dello 0,7% nel 2024 e dello 0,5% nel 2025. Le previsioni restano su questo andamento anche per il 2026 – sottolineano -.
Siamo di fronte ad un rallentamento che va invertito mettendo in campo politiche anticicliche che sostengano gli investimenti delle imprese e la loro crescita in produttività, e allo stesso tempo che spingano la ripresa del potere d’acquisto di famiglie e pensionati”.
Le tre sigle ammettono che la strada è tracciata, ma è urgente tradurre in concreto gli impegni annunciati. Ed in particolare il piano per l’industria e gli investimenti e il patto per i salari siglato ormai sei mesi fa. “Apprezziamo il cambio di passo, ma è ora di passare dalle parole ai fatti. Ne va della nostra crescita, ma anche della tenuta della nostra Autonomia. Non basta consolarsi rimarcando che il Trentino è tra i migliori in Italia, se poi l’Italia è tra i Paesi con le peggiori performance europee. E’ nascondersi dietro un dito”.
Se su questo fronte almeno l’impegno è tracciato, non altrettanto si può dire sulle politiche di welfare. “Il welfare per noi resta un nodo problematico. Se la riduzione dei costi dei nidi e il potenziamento degli strumenti di conciliazione extrascolastica sono obiettivi condivisi, per l’ennesima volta registriamo il mancato adeguamento delle politiche di welfare all’inflazione, senza l’indicizzazione dell’Icef. Un quadro che si aggrava anche per la rimodulazione dell’indicatore voluto dalla Giunta che sta producendo non poche storture escludendo dalle misure anche nuclei che hanno avuto adeguamenti del tutto trascurabili di reddito. Ci auguriamo che nel confronto tra maggioranza e opposizione ci sia la possibilità di migliorare questo aspetto che per noi, ad oggi, resta gravemente carente e rischia di penalizzare moltissime famiglie già in grande difficoltà per il caro vita”, concludono.
Ultimo aggiornamento: 09/12/2025 21:49:35

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