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Troppi incidenti sul lavoro, vertice in Trentino

domenica, 10 ottobre 2021

Trento – L’assessorato allo sviluppo economico, ricerca e lavoro ha organizzato un incontro, tenutosi in modalità di videoconferenza, con le parti sociali (sindacati e associazioni datoriali), l’Inail provinciale, l’Apss-Uopsal, i dirigenti dei Dipartimenti del lavoro e di quelli della Salute, per discutere di sicurezza sul lavoro. La convocazione urgente è stata inviata ieri anche come reazione all’infortunio mortale verificatosi in Trentino nella giornata di venerdì che si somma ai fatti gravi avvenuti nelle precedenti settimane. L’intento del confronto, ha chiarito l’assessore allo sviluppo economico, ricerca e lavoro, è quello di affrontare un tema che, con la ripresa economica post Covid, va approfondito con ancora maggiore forza.

Molte le idee e le indicazioni proposte dai rappresentanti delle parti sociali e dall’Inail, a partire da quello di aumentare la cultura della sicurezza tra le aziende e i lavoratori, aumentando lo sforzo per incentivare la formazione sul tema, a partire dalle scuole. Altra proposta emersa dalla riunione è quella di istituire come fatto in passato un premio da assegnare alle aziende che si mettono in evidenza sul fronte della sicurezza, mentre l’Inail ha illustrato anche le agevolazioni messe in campo dall’ente per le aziende più attive. Altrettanto condiviso è apparso il tema dell’utilizzo finalizzato alla prevenzione delle risorse derivanti dall’apparato sanzionatorio come peraltro prevede l’attuale normativa.

Le proposte, ha sottolineato l’assessore allo sviluppo economico, ricerca e lavoro, saranno valutate il 13 ottobre quando è convocato il Comitato per la sicurezza sul lavoro. In quella sede, quelle ritenute più efficaci verranno approfondite in vista di una loro traduzione operativa.

Nel corso della videoconferenza, coordinata da Marcello Cestari direttore dell’Ufficio Sicurezza negli ambienti di lavoro e alla quale hanno partecipato in maniera molto numerosa i rappresentanti delle associazioni di categoria e dei sindacati dei lavoratori, l’Inail ha chiarito come gli Open Data dell’Istituto al 31 agosto 2021 indicano 8 infortuni mortali sul lavoro denunciati come avvenuti nel territorio della provincia di Trento. Tra essi, di cui uno per Covid, quattro sono di competenza della Direzione provinciale Inail di Trento, due non sono avvenuti per causa violenta in occasione di lavoro, dunque non sono di competenza Inail, per gli altri l’istruttoria è ancora in corso, trattandosi in alcuni casi anche di infortuni gestiti da sedi Inail di altre province. Il dato è dunque indicativo ma non consolidato.

Dario Uber, Direttore Unità Operativa Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro dell’Apss, ha fatto il punto sui controlli effettuati dall’Uopsal che negli ultimi tre anni evidenziano una continuità sostanziale nei numeri. Uber ha portato come esempio concreto quello dei controlli in edilizia con un’attività media, ha detto, che mostra valori costanti nel triennio visto che nel 2018 sono stati ispezionati 220 cantieri, nel 2019 209 e nel 2020 259.

IL SINDACATO: PIU’ RISORSE

Più risorse umane e più risorse economiche da destinare alla sicurezza sul lavoro. Per fare più prevenzione, per rendere più diffusi i controlli nelle aziende, per potenziare anche in termini di qualità la formazione dei lavoratori e delle lavoratrici. E’ questo che hanno chiesto Cgil Cisl Uil alla Provincia durante l’incontro urgente convocato dall’assessore Spinelli dopo l’ennesimo, il decimo purtroppo, incidente mortale sul lavoro. All’incontro erano presenti anche i rappresentanti del mondo datoriale, Inail e Uopsal, il dipartimento Lavoro.

“Non possiamo rassegnarci a contare un morto al mese come stiamo facendo da inizio anno. Se la sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici è una priorità per il Trentino e per questa giunta provinciale bisogna cambiare registro”, hanno detto Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti che hanno preso parte al confronto insieme ai responsabili per la sicurezza delle tre confederazioni, Manuela Faggioni, Milena Sega e Alan Tancredi.
In particolare Cgil Cisl Uil hanno chiesto che Piazza Dante stanzi maggiori fondi per potenziare l’azione di formazione e prevenzione sui luoghi di lavoro con un progetto che non si deve limitare al semplice aumento delle ore, ma che punti al merito rendendo più efficaci i corsi. “Dobbiamo accrescere consapevolezza e cultura della sicurezza all’interno dei posti di lavoro, tra i lavoratori e i datori di lavoro”.

Maggiori risorse servono anche per la contrattazione di secondo livello, aziendale e territoriale, per accrescere il numero di Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza e accrescerne l’agibilità, oggi limitata. Altro punto critico è l’età dei lavoratori: vanno finanziate misure che promuovano azioni di formazione continua e facilitino gli strumenti di flessibilità oraria buona e la staffetta generazionale.

Allo stesso tempo bisogna che le risorse derivanti dalla sanzioni comminate alle imprese e che oggi finiscono nel bilancio dell’Azienda Sanitaria siano messe in un apposito capitolo di bilancio dedicato alla sicurezza. “Solo così saremo certi che quei soldi finiscono a potenziare le azioni di prevenzione e controllo. Oggi non c’è nessuna rendicontazione”.

Altro nodo critico è la dotazione di risorse umane degli enti ispettivi provinciali. “C’è una carenza di personale che consente oggi di mettere in campo un’azione capillare di monitoraggio e controllo”, hanno denunciato.

A nome di Cgil Cisl Uil è intervenuta anche Manuela Faggioni, presidente del comitato provinciale Inail, segnalando la scarsa attenzione delle aziende ai sistemi di certificazione su salute e sicurezza: “in Trentino sono troppo poche quelle che hanno deciso di modificare la propria organizzazione produttiva al fine di ridurre al minimo i rischi di infortunio o di malattie professionali; se però alle aziende certificate fosse garantito un punteggio aggiuntivo per l’accesso agli appalti pubblici, l’adozione di questi sistemi di certificazione prenderebbe certamente più piede, aumentando la cultura della sicurezza nelle aziende”. Insomma l’idea è quella di premiare le imprese che fanno di più per la sicurezza dei propri addetti, oltre gli adempimenti di legge.

Il punto per i sindacati è chiaro: bisogna passare dalle parole ai fatti con scelte concrete. “La sicurezza sul lavoro è un investimento per la comunità, per i lavoratori e per le imprese. Non possiamo accettare che chi sorvola sulle norme, facendo concorrenza sleale anche alle imprese oneste, abbia la strada spianata. Chiediamo alla Provincia che da qui in avanti ci sia un costante coinvolgimento delle organizzazioni sindacali e non solo dei datori di lavoro”, hanno concluso.



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