Lavoro e cooperazione, i dati in provincia di Bergamo
Inizio:
20/05/2025 dalle ore 20:00
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Fine:
20/05/2025 alle ore 21:00
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Dove:
Bergamo
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IT
Cresce il lavoro femminile nel sistema cooperativo bergamasco, con numeri che confermano un’elevata presenza occupazionale, una buona stabilità contrattuale sia per gli uomini sia per le donne e una valorizzazione delle competenze. È quanto emerso oggi nel corso di “Trame Cooperative”, seminario promosso da Confcooperative Bergamo in collaborazione con Csa Coesi, nell’ambito delle iniziative per gli 80 anni dell’organizzazione e in occasione dell’Anno internazionale delle Cooperative proclamato dalle Nazioni Unite.
L’evento è stato l’occasione per condividere dati, riflessioni ed esperienze legate al mondo cooperativo bergamasco, con particolare attenzione ai temi del lavoro femminile, dell’economia sociale e degli sviluppi per il futuro del territorio, in relazione ai progetti sostenuti dalla Camera di Commercio di Bergamo.
«Le ricerche che abbiamo presentato oggi e l'intervento di Simel Esim danno grande concretezza ed evidenza al tema scelto dall’ONU per l’Anno Internazionale delle Cooperative e cioè “Le cooperative costruiscono un mondo migliore - dichiara Lucio Moioli, presidente Confcooperative Bergamo in riferimento a Trame Cooperative, un progetto per l’Economia Sociale di Bergamo sostenuto dalla Camera di Commercio - Non manca certo il lavoro da fare, per esempio per un pieno raggiungimento delle pari opportunità di genere o per combattere il rischio di contratti di lavoro part time involontari, ma la cooperazione dimostra che sa muoversi con efficacia nella giusta direzione».
La ricerca “Il lavoro femminile nel sistema cooperativo. Un’analisi della realtà bergamasca”, a cura di Annalisa Cristini e Mara Grasseni, del Centro sulle dinamiche economiche, sociali e della cooperazione dell’Università degli studi di Bergamo, ha portato alla luce diversi dati significativi (campione di cooperative Confcooperative Bergamo e Csa Coesi, analisi tra il 2018 e 2024).
Secondo il report, le donne costituiscono la maggior parte dei lavoratori delle cooperative e la loro presenza è in crescita. Tra il 2018 e il 2024 sono passate dal 65.5% al 71% degli addetti totali. Guardando alla media 2018-2024, costituiscono la maggioranza in tutte le tipologie di cooperative (ad eccezione di quelle di Produzione e lavoro in cui, pur in aumento, raggiungono il 50%).
I contratti a tempo indeterminato, sia delle donne sia degli uomini, sono saliti: rispetto al valore del 2018 la percentuale media è cresciuta di quasi 12 punti percentuali, passando dal 70% all’81,5%. Nella componente femminile i part time risultano prevalenti: in media, tra il 2018 e il 2024, l’80% delle donne è occupata a tempo parziale contro il 50% degli uomini.
Un ulteriore elemento di analisi ha riguardato la presenza delle donne nelle posizioni apicali (per questo si è reso necessario unire le informazioni del campione Confcooperative Bergamo-CSA COESI con le informazioni fornite dalla banca dati AIDA- Bureau van Dijk).
In media nelle cooperative le posizioni apicali sono per il 39% occupate da donne e per il restante 61% da uomini. Tra i membri dei Consigli di amministrazione il 41% sono donne, nei comitati di Audit invece la quota di donne si riduce al 9%. I dati mostrati sono incoraggianti se si tiene conto del fatto che da un’indagine Manageritalia del 2024, che considera le principali 225mila società di capitali italiane, risulta che la quota di donne nei CDA delle imprese è in media pari al 20%.
«La conciliazione vita-lavoro rappresenta ancora una delle sfide maggiori per le lavoratrici. Prova ne è l'elevata quota del contratto part time che si rileva sia nel contesto generale del mercato del lavoro provinciale, sia nel sistema cooperativo dove costituisce l'84% dei contratti delle lavoratrici. Pur permettendo di far fronte agli impegni familiari, il part time penalizza le donne in termini di retribuzione con una perdita di circa 2000 euro all'anno rispetto agli uomini, a parità di altre condizioni. Una riduzione dei tempi di lavoro superiore al 10% in cinque anni si osserva anche come conseguenza della richiesta di congedo parentale. Ciò delinea un’evidente “child penalty” che, di nuovo, grava sulle sole donne le cui richieste di congedo parentale costituiscono il 95% del totale. Riduzioni nei tempi di lavoro hanno effetti negativi sul reddito presente, sulle pensioni future e sulle carriere lavorative delle donne e per questo i contratti part time, da soli, non costituiscono una soluzione efficiente al problema della conciliazione vita-lavoro», dichiarano Annalisa Cristini e Mara Grasseni, del Centro sulle dinamiche economiche, sociali e della cooperazione dell’Università degli studi di Bergamo.
Massimo Monzani, presidente di Csa Coesi, centro servizi di riferimento di Confcooperative Bergamo, nel corso del suo intervento dal titolo, “Osservatorio Cooperativo di Csa Coesi: elementi di tendenza dell’economia cooperativa”, ha mostrato le dinamiche del settore: «La crescita delle cooperative del territorio è consolidata e va di pari passo con la crescita dei volumi del nostro Centro Servizi, sempre più struttura di riferimento per l’economia cooperativa e il mondo dell’associazionismo. Il valore della produzione aggregato delle nostre cooperative è cresciuto infatti solo nell’ultimo anno di quasi l’8%. Un elemento su cui mantenere attenzione è però che il 25% delle nostre cooperative ha registrato nel 2023 un calo: dunque, l’andamento è complessivamente positivo, ma guardando da vicino emergono differenze anche rilevanti. Non a caso stiamo sempre più raffinando i nostri strumenti di rilevazione, analisi ed elaborazione basati sulle forme più evolute di business intelligence».
Simel Esim, economista turco americana, dal 2012 responsabile dell’Unità Cooperazione, Economia Sociale e Solidale presso l’Organizzazione Internazionale del Lavoro, ha portato una visione globale: «In molti Paesi, le donne rappresentano una quota sostanziale della forza lavoro cooperativa. Ciò non sempre si traduce nell’acquisire la qualifica di socia o nella leadership. Le cooperative di Bergamo offrono un prezioso contrappunto: più del 40% delle posizioni nei Consigli di amministrazione occupate da donne e molte donne in ruoli di leadership; ciò è il risultato dell'integrazione tra uguaglianza di genere e governance. Le politiche in materia di congedo di maternità e parentale mostrano anche come i valori cooperativi possano plasmare la pratica. Allo stesso tempo, rimangono sfide importanti: le donne sono ancora concentrate in ruoli meno pagati o part time. Questi sono problemi strutturali che richiedono un'azione istituzionale. La strada verso l'uguaglianza di genere nelle cooperative non può essere lastricata solo da intenzioni, richiede azioni concrete. L'Organizzazione Internazionale del Lavoro rimane impegnata a percorrere questa strada con voi. Assicuriamoci che il futuro del lavoro sia cooperativo e che la cooperazione funzioni per tutti, con l'uguaglianza di genere nel suo cuore».
La mattinata si è conclusa con il dibattito dal titolo “Il percorso verso un’autentica parità di opportunità”, moderato da Daniela Meridda, vicepresidente di Confcooperative Bergamo, che ha coinvolto Maria Paola Esposito, segretario generale della Camera di Commercio di Bergamo; Francesco Corna, segretario generale della Cisl di Bergamo; e Giorgia Gandossi, consigliera delegata della Provincia di Bergamo.
Dichiarazione Rosangela Donzelli della Commissione Dirigenti Cooperatrici di Confcooperative Lombardia: «Il percorso verso un’autentica parità di opportunità deve partire dalla persona, riconosciuta nella sua interezza. Questo vale per tutti, ma ancora di più per le donne, il cui contributo al sistema economico è essenziale. La crescita del PIL italiano passa anche dal lavoro femminile, che va sostenuto offrendo reali possibilità di partecipazione, nel rispetto della complessità di ogni individuo. Alcuni bisogni sono personali, altri richiedono il sostegno della collettività: istituzioni, enti e organizzazioni. È qui che la cooperazione sociale gioca un ruolo chiave, creando contesti in cui le persone possono esprimere pienamente il proprio talento e facendo impresa, concorrere culturalmente alla costruzione di un sistema socioeconomico più equo».
Ultimo aggiornamento:
16/05/2025 15:21:19