Livigno (Sondrio) - Resilienti e determinati a reinventarsi e adattarsi, i livignaschi da sempre sfruttano, nel totale rispetto e con la massima cura, il proprio territorio, fonte inesauribile di ingredienti genuini per realizzare piatti gustosi che raccontano la storia unica di una delle eccellenze alpine più apprezzate a livello internazionale.
A Livigno, infatti, c’è stato un tempo in cui, per oltre sei mesi, i rigidi inverni condizionavano la vita di tutti giorni, a partire dalle attività quotidiane fino alle ricette che, ogni giorno, venivano proposte sulle tavole di ogni casa del paese. A 1816 metri i prodotti coltivati con successo nell’orto erano pochi, ma tra questi c’era la rapa bianca, una radice ricca di vitamine in grado di resistere alle fredde temperature montane, i cui semi vengono coltivati in primavera – durante la fase di luna calante – in attesa di vedere i frutti in autunno, pronti per diventare scorte per l’inverno. Proprio per questo, col tempo, è diventato uno dei simboli della cucina del territorio e un ingrediente alla base di numerose ricette della tradizione, che possono essere scoperte nel libro fotografico bilingue Leina da Saor, creato dall’Associazione Cuochi e Pasticceri di Livigno ed edito da Mondadori.