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Trento, riconoscimento nazionale per il progetto “Storie senza Storia. Tracce di uomini in guerra (1914-1918)”

venerdì, 1 novembre 2019

Trento – Riconoscimento nazionale per il progetto “Storie senza Storia. Tracce di uomini in guerra (1914-1918)”. A Ravello la consegna del Premio “Patrimoni Viventi”.

Un significativo riconoscimento nazionale è giunto al progetto “storie senza Storia. Tracce di uomini in guerra (1914-1918)” che è risultato vincitore nella sezione Enti Pubblici del premio “Patrimoni Viventi” assegnato dal Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali. Il riconoscimento viene attribuito annualmente a iniziative innovative per la valorizzazione del patrimonio culturale attuate da istituzioni pubbliche e private. Il progetto, condotto dall’Ufficio beni archeologici della Soprintendenza per i beni culturali della Provincia autonoma di Trento, ha riguardato gli interventi di recupero di resti di soldati della Grande Guerra effettuati sui ghiacciai del Trentino a seguito dall’emergenza climatica degli ultimi anni. Nel 2018 una parte dei materiali messi in luce sono stati esposti al pubblico in occasione di una mostra visitata da oltre 7.000 persone, allestita a Trento nella Cappella Vantini, realizzata in collaborazione con il Servizio cultura turismo e politiche giovanili del Comune di Trento.

Premio Patrimoni - Viventi 2019 TrentoIl premio è stato consegnato nei giorni scorsi a Ravello, presso la sede del Centro Universitario Europeo, a Villa Rufolo, da Alfonso Andria presidente del Centro, a Franco Nicolis direttore dell’Ufficio beni archeologici provinciale, nell’ambito della 14esima edizione dei Colloqui Internazionali di Ravello Lab. Il riconoscimento intende sottolineare il ruolo del patrimonio culturale quale leva strategica ed irrinunciabile per lo sviluppo dei territori e la crescita della comunità e promuovere la conoscenza e lo scambio di buone prassi di valorizzazione.

Questa la motivazione con cui la commissione internazionale ha attribuito il premio al progetto trentino: “La scelta di celebrare il centenario della fine della Grande Guerra attraverso il recupero di una memoria negletta è indice di particolare sensibilità umana e culturale. Il 2018, denso di avvenimenti relativi all’Anno Europeo del Patrimonio Culturale, ha dedicato adeguata attenzione – come doveroso – alla ricorrenza relativa all’evento bellico e alle sue drammatiche conseguenze. Attraverso varie iniziative con ampio coinvolgimento della comunità e del territorio, sono stati consegnati alla dignità della memoria collettiva fatti, episodi, narrazioni – apparentemente minuti – eppure meritevoli di occupare un posto di rilievo nella ‘microstoria’ locale e nazionale”.

Il Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali si prefigge di contribuire, in collegamento con gli organismi nazionali ed internazionali competenti, alla realizzazione di una politica dei beni culturali, sotto il profilo della formazione e specializzazione del personale, della deontologia professionale e della consulenza scientifica, nonché della tutela, promozione e valorizzazione del patrimonio storico e artistico.



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