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Riscoprire il grande Dallapiccola, mostra a Palazzo Trentini

Il direttore d'orchestra Ruffini: meriterebbe un'intitolazione nella città di Trento

TRENTO - Un’occasione preziosa per consentire ai trentini – e non solo di (ri)scoprire Luigi Dallapiccola, grande protagonista della storia della musica classica del ‘900. E’ quanto offre la mostra che è stata inaugurata stamane a palazzo Trentini, a 50 anni dalla morte del compositore, autore di 83 lavori musicali e di 5 opere, noto anche per il suo approdo avanguardistico alla dodecafonia.

Palazzo Trentini dunque omaggia Dallapiccola e il presidente del Consiglio provinciale, Claudio Soini, poco fa in sala Aurora l’ha detto con soddisfazione: “Abbiamo accolto volentieri - con la nostra Capo di Gabinetto Chiara Bertolini - la proposta di patrocinare questo progetto, che si inserisce con grande autorevolezza nel filone di eventi con cui il palazzo sede consiliare si fa motore per la valorizzazione di figure davvero importanti per il Trentino, non solo dal punto di vista artistico, ma anche identitario”. Nella foto di Marco Loss, Paolo Deanesi, Claudio Soini, Mario Rufini, Luigi Azzolini, Daniele Valersi.

La mostra nasce dall’entusiasmo dell’associazione Continuum di Trento e dal fondamentale apporto di conoscenze e competenze di Mario Ruffini, il direttore d’orchestra che presiede il Centro studi Luigi Dallapiccola di Firenze. E’ stato lui stamane a tracciare le coordinate del percorso espositivo, strutturato in due sale. La prima tratteggia l’uomo e l’artista, che è considerato l’iniziatore della scuola dodecafonica italiana. A dare i natali all’eclettico personaggio di Dallapiccola – ha spiegato Ruffini - furono due trentini doc, il papà era Trento e la mamma di Ala, entrambi emigrati a Pisino, nell’attuale Croazia, dove la biografia di Luigi ha cominciato con l’intrecciarsi ai grandi drammi del Novecento. Quindi un’infanzia vissuta nella tensione etnica di tre diverse culture (tedesca, slava, italiana); durante la Prima guerra mondiale il soggiorno coatto a Graz per la sua famiglia, di sentimenti filo-italiani, vista con sospetto dalle autorità imperiali; le leggi razziali fasciste che colpirono la moglie Laura.

La sua produzione include – ha riepilogato Ruffini – comprendono le opere di teatro musicale Volo di notte (sul testo di Saint Exupery), Marsia, Il Prigioniero, Job, per arrivare all’opus magnum dell’Ulisse, su cui si sofferma la seconda sala della mostra trentina).

Poi pagine vocali, partiture strumentali orchestrali e cameristiche, musiche per pianoforte, molte delle quali ispirate dalla letteratura e dalla poesia.
Anche le arti figurative intersecano in modo notevole la sua produzione, quale fonte di ispirazione e quale complemento primario del suo teatro musicale, nella relazione con artisti tra i più rappresentativi del Novecento (tra glia altri De Chirico, Guttuso, Casorati).

In mostra sono esposte opere, documenti originali, oggetti e manoscritti provenienti da archivi e lasciti del Maestro; una delle sale ospita i bozzetti di Fernando Farulli per la prima berlinese di Ulisse, di grande espressività pittorica; altre sale ospitano materiali frutto del lascito testamentario di Laura Dallapiccola a Mario Ruffini. L’arte figurativa accompagna costantemente la vita del compositore, basti considerare il gran numero di suoi ritratti, eseguiti a partire dall’infanzia.

I preziosi oggetti personali di Luigi Dallapiccola permettono al visitatore un collegamento diretto con la quotidianità vissuta dall’artista; un unicum nel suo genere sono gli schizzi del poeta Mario Luzi, espressamente dedicati a Dallapiccola in occasione del primo centenario della nascita (2004). Presente anche la scultura: attraverso la moltitudine di sfumature artistiche presenti nella mostra un vero e proprio viaggio alla scoperta del composito universo dallapiccoliano. Oggi Ruffini ha anche lanciato un messaggio alle amministrazioni pubbliche, in particolare al Comune di Trento: sarebbe opportuno – ha detto – un’intitolazione importante a Luigi Dallapiccola: del teatro Sociale? Di una piazza? Oppure la posa di una stella nella sua via Mariani?

Luigi Azzolini, direttore artistico di Continuum, è intervenuto a sua volta sottolineando che noi trentini dobbiamo valorizzare quanto di bello e di rilevante abbiamo e spesso sottaciamo. Un grazie anche al Mart per la piena disponibilità del presidente Sgarbi e del vicepresidente Cattani, che consentirà in gennaio di mettere in scena, per la direzione di Ruffini, l’opera Il Prigioniero. Il 16 gennaio, nella Sala Aurora di Palazzo Trentini, a margine della mostra si terrà poi una conferenza su Dallapiccola, che vedrà la partecipazione di importanti studiosi e conoscitori della produzione dell’illustre compositore, incentrata sulla presentazione dei due importanti volumi di Mario Ruffini. La giornata di studio, realizzata grazie al patrocinio del Consiglio Provinciale, dei Conservatori di Bolzano e di Trento e con la partecipazione della Società Filarmonica di Ala, del Mart, del Comune di Ala, del Centro Studi Luigi Dallapiccola di Firenze e dell’Associazione Culturale Continuum, si espanderà anche in altri concerti sul territorio della Regione Trentino-Alto Adige.

Non una “semplice” mostra, dunque, ma un insieme di proposte culturali, per le quali si sono spesi moltissimo anche Paolo Deanesi, il presidente di Continuum che ha curato gli allestimenti a palazzo Trentini, e Daniele Valersi, il giornalista, insegnante e musicologo autore dei testi. La mostra è visitabile almeno fino al 18 gennaio 2026. L’ingresso è libero (ore 10-18), chiusura il 25-26 dicembre e l’1 e 6 gennaio.
Ultimo aggiornamento: 13/12/2025 13:38:47

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