Trento - Un grande dell’
arte trentina nelle
sale di
palazzo Trentini (ma anche nella raccolta Cappella Vantini in via delle Orne). E’ di particolare interesse e rilievo la mostra che la Presidenza del Consiglio provinciale ospita da oggi nella sede di
via Manci 27 a
Trento. Poco fa la vernice della proposta, dal titolo
“Luigi Bonazza – Trento, la montagna, il circolo degli artisti”. L’esposizione è stata promossa a
sessant’anni dalla morte del maestro nativo di
Arco, in collaborazione con il
Trentino Film Festival e con il Comune di
Trento. Una sessantina le opere esposte, alcune assolutamente inedite, reperite grazie a prestiti di enti pubblici, banche cooperative, collezionisti privati. Foto di Marco Loss.
Il
progetto espositivo, curato da
Roberta Bonazza e
Nicoletta Tamanini, mette in luce le forti relazioni che Bonazza consolida con la città di Trento a partire dal 1912, data di rientro del pittore da Vienna, città nella quale si era formato in piena Secessione. Sono anni, quelli, di forti turbolenze geopolitiche che porteranno allo scoppio del primo conflitto mondiale e all’annessione del Trentino all’Italia.
Pittore e i
ncisore, Bonazza – ha spiegato poco fa a una folla di intervenuti la curatrice altogardesana Bonazza - mantiene fin dagli esordi della sua storia artistica legami con la SAT Società degli Alpinisti Trentini, per la quale realizza il manifesto del 1904 Italiani visitate il Trentino e con la SOSAT alla quale lascia in donazione la Leggenda di Orfeo, il suo capolavoro del periodo viennese.
La
mostra – che Sat e Sosat hanno infatti patrocinato - racconta, attraverso le opere, il legame di Bonazza con Trento, città dove costruisce la sua casa in Bolghera, insegna all’Istituto Tecnico, partecipa alla formazione del
Circolo Artistico Trentino del quale è primo presidente, dipinge l’affresco al Palazzo delle Poste e si dedica alla pittura di paesaggio dei suoi luoghi elettivi, compresa la rappresentazione di paesaggi alpestri.
A
Palazzo Trentini, nel cuore della città, si possono ora ammirare, dopo alcune opere in rappresentanza del periodo viennese, soprattutto i lavori del periodo dal 1912 fino alla morte di Bonazza, nel 1965, con la scelta dei paesaggi elettivi, sempre con le montagne sullo sfondo.