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Cividate Camuno: cerimonia del 4 novembre e intervento di Elio Simoncini

Cividate Camuno - Il 4 Novembre, festa della pace per onorare i caduti della Grande Guerra. A Cividate Camuno (Brescia) per ricordare e onorare i caduti della Prima Guerra mondiale, si sono ritrovati l’Associazione Nazionale Combattenti, l’Associazione Nazionale Famiglie Caduti e Dispersi in Guerra, gli alpini, i marinai d’Italia, gli ex Internati, quindi studenti dell’Istituto Comprensivo e amministratori locali.


Cividate CamunoIl corteo ha preso avvio dal Centro Anziani presso il quale c’è stato il raggruppamento dei partecipanti. Il corteo si è snodato per le vie del paese ed ha fatto una prima sosta davanti alla Casa Comunale, dove si è reso omaggio al monumento dedicato a don Carlo Comensoli e ai Ribelli delle Fiamme Verdi che con il loro impegno ed il loro sacrificio hanno liberato l’Italia dal giogo nazifascista. Dopo la posa di una corona, la Banda Musicale di Breno ha eseguito l’inno della Resistenza “Bella Ciao”.


L’Amministrazione Comunale e i Cittadinanza di Cividate Camuno hanno voluto il monumento in ricordo dei Caduti della grande guerra e di tutte le guerre. Il sindaco Cirillo Ballardini ha ricordato il sacrificio dei caduti, mentre gli alunni delle Terze Medie di Cividate, hanno simbolicamente consegnato al sindaco, alle associazioni e alla popolazione presente, una cartolina sulla quale si richiama il progetto dell'Istituto realizzato per il centenario della fine del primo conflitto mondiale.


Il discorso finale è stato tenuto dal professore Elio Simoncini, presidente dell’Associazione Nazionale Ex Internati di Vallecamonica (A.N.E.I.), ecco il testo: "Il 4 novembre, data che si celebra fin dal 1919 in tutta Italia, quest’anno anche in ricorrenza del centenario riguardante la fine della prima guerra mondiale.


E’ la giornata dell’unità nazionale, delle forze armate e della vittoria, infatti il 4 novembre 1918 il generale Armando Diaz, comandante in capo delle forze armate italiane, nel bollettino della vittoria annunciava che ”la guerra contro l’Impero austro-ungarico iniziata il 24 maggio 1915,era vinta”


L’esercito italiano dopo 41 mesi di aspro conflitto che vide anche la Valle Camonica teatro di guerra, principalmente in Adamello, dopo la disfatta di Caporetto ed il risolutivo assestamento lungo il Piave, scatenò la grande battaglia di vittorio veneto che risultò vittoriosa e l’esercito avversario definitivamente sconfitto.


Già, la vittoria … purtroppo bisogna tener conto anche di quanto comporti una guerra: in primis le vittime, civili e militari, la grande distruzione che arreca, non solo nelle devastazioni materiali ma anche nell’animo delle persone. Quindi la priorità è il doveroso ricordo dei caduti e dei dispersi in guerra che onoriamo per l’eroismo ed il loro grande sacrificio.


I numeri delle vittime di tutte le guerre dovrebbero essere sempre monito e fonte di riflessione…. Come si può parlare di vittorie quando solo la grande guerra ha causato milioni di morti, feriti, mutilati, si aggiungano i decessi per malattia, in quel periodo principalmente la virulenta influenza spagnola, sia fra i militari che nei civili.

Inoltre, la precaria situazione economica e sociale post bellica, pose i presupposti affinché si scatenasse un secondo conflitto mondiale, non di certo inferiore al primo in termini di perdite di vite umane e distruzioni, nonché l’avvento di compagini totalitarie generatrici di odio e persecuzioni.


Credo sia di considerazione comune pensare che nella guerra tutto si distrugge e nella pace tutto si costruisce o si può costruire. Questa affermazione trova ampia conferma nell’articolo 11 della costituzione italiana che cita essenzialmente: l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla Libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali mentre assicura, promuove e favorisce la pace e la giustizia fra le nazioni.


Con questo spirito si possono favorevolmente ricordare le missioni di pace dell’esercito italiano nel mondo e la grande partecipazione operativa di tutte le compagini militari e civili nel soccorso alle calamità naturali e/o provocate direttamente o indirettamente dall’uomo.


Vorrei ricordare anche il grande valore che ebbero nel secondo conflitto mondiale, prima tutti i militari italiani del regio esercito al fronte, poi la Resistenza, protagonista in Valle Camonica e gli Internati Militari, dopo l’armistizio dell’otto settembre 1943.


Proprio per non dimenticare il loro silenzioso eroismo, lo scorso anno (2017) abbiamo rifondato con alcuni soci, l’A.N.E.I. di Valle Camonica (Associazione Nazionale Ex Internati) per occuparci degli I.M.I. (sigla di Internati Militari Italiani), prigionieri e resistenti senz’armi. Furono catturati dai tedeschi dopo l’8 settembre nella repentina operazione “achse” e subito tradotti in Germania, Austria e Polonia nei lager nazisti … erano 650 mila, tra i quali moltissimi i camuni e i bresciani.


Il loro valore risiede principalmente nel rifiuto a collaborare con la wermacth o con la rinata repubblica di Salò; inutilmente i tedeschi sollecitarono continuamente questo passaggio, ma gli I.M.I. resistettero nonostante gli inviti allettanti prima e con le minacce e percosse poi.


Hitler per avere il massimo controllo su di loro e per avviarli ad uno spossante lavoro coatto, cambiò il loro status militare da prigionieri di guerra ad Internati Militari Italiani (I.M.I.), ciò comportò da subito la negazione dell’aiuto dalla Croce Rossa Internazionale e la mancata applicazione della convenzione di Ginevra del 1929.


In questa condizione gli Internati Militari furono oggetto di ogni possibile sopruso … insultati, picchiati a sangue e fucilati anche per futili motivi; provati dagli stenti e dalla fame gli imi resistettero in condizioni disumane per ben due anni.


Rientrati in Patria non vennero accolti coi dovuti riconoscimenti bensì furono presto dimenticati fino ai giorni nostri, (è solo del 2006 la Legge per la concessione della Medaglia d’Onore concessa dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e consegnata dalle prefetture ai famigliari e ai pochi sopravvissuti).


L’A.N.E.I. di Valle Camonica dalla sua ricostituzione si è resa operativa per rendere omaggio a questi valorosi ex militari tramite giornate del riconoscimento, pratiche per domande di concessione medaglie d’onore e ricerche all’archivio di stato, inoltre partecipiamo a congressi e ad eventi nazionali.


Abbiamo anche concordato nella Commissione Scuola, con A.N.P.I., Fiamme Verdi e Musei della Resistenza, di promuovere ed effettuare, tramite interventi didattici e mostre scolastiche, momenti conoscitivi tramite rievocazione dei dolorosi eventi del passato, nei quali ora, credo nessuno desideri nemmeno lontanamente pensare di ritornare. Ho trovato in internet questo singolare aneddoto:


La guerra è il massacro di persone che non si conoscono, per conto di persone che si conoscono ma non si massacrano. (Anonimo)


Con la convinzione che i nostri Avi abbiano contribuito coi loro sacrifici a creare un’Italia più libera e democratica, avviando un processo di unità dove le parti diventino collaborative ad ogni livello, per il bene comune, auguro a tutti buona vita. Viva la Repubblica, viva le Forze Armate, viva l’Italia”.

Ultimo aggiornamento: 05/11/2018 22:13:47
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