Inoltre, la precaria situazione economica e sociale post bellica, pose i presupposti affinché si scatenasse un secondo conflitto mondiale, non di certo inferiore al primo in termini di perdite di vite umane e distruzioni, nonché l’avvento di compagini totalitarie generatrici di odio e persecuzioni.
Credo sia di considerazione comune pensare che nella guerra tutto si distrugge e nella pace tutto si costruisce o si può costruire. Questa affermazione trova ampia conferma nell’articolo 11 della costituzione italiana che cita essenzialmente: l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla Libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali mentre assicura, promuove e favorisce la pace e la giustizia fra le nazioni.
Con questo spirito si possono favorevolmente ricordare le missioni di pace dell’esercito italiano nel mondo e la grande partecipazione operativa di tutte le compagini militari e civili nel soccorso alle calamità naturali e/o provocate direttamente o indirettamente dall’uomo.
Vorrei ricordare anche il grande valore che ebbero nel secondo conflitto mondiale, prima tutti i militari italiani del regio esercito al fronte, poi la Resistenza, protagonista in Valle Camonica e gli Internati Militari, dopo l’armistizio dell’otto settembre 1943.
Proprio per non dimenticare il loro silenzioso eroismo, lo scorso anno (2017) abbiamo rifondato con alcuni soci, l’A.N.E.I. di Valle Camonica (Associazione Nazionale Ex Internati) per occuparci degli I.M.I. (sigla di Internati Militari Italiani), prigionieri e resistenti senz’armi. Furono catturati dai tedeschi dopo l’8 settembre nella repentina operazione “achse” e subito tradotti in Germania, Austria e Polonia nei lager nazisti … erano 650 mila, tra i quali moltissimi i camuni e i bresciani.
Il loro valore risiede principalmente nel rifiuto a collaborare con la wermacth o con la rinata repubblica di Salò; inutilmente i tedeschi sollecitarono continuamente questo passaggio, ma gli I.M.I. resistettero nonostante gli inviti allettanti prima e con le minacce e percosse poi.
Hitler per avere il massimo controllo su di loro e per avviarli ad uno spossante lavoro coatto, cambiò il loro status militare da prigionieri di guerra ad Internati Militari Italiani (I.M.I.), ciò comportò da subito la negazione dell’aiuto dalla Croce Rossa Internazionale e la mancata applicazione della convenzione di Ginevra del 1929.
In questa condizione gli Internati Militari furono oggetto di ogni possibile sopruso … insultati, picchiati a sangue e fucilati anche per futili motivi; provati dagli stenti e dalla fame gli imi resistettero in condizioni disumane per ben due anni.
Rientrati in Patria non vennero accolti coi dovuti riconoscimenti bensì furono presto dimenticati fino ai giorni nostri, (è solo del 2006 la Legge per la concessione della Medaglia d’Onore concessa dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e consegnata dalle prefetture ai famigliari e ai pochi sopravvissuti).
L’A.N.E.I. di Valle Camonica dalla sua ricostituzione si è resa operativa per rendere omaggio a questi valorosi ex militari tramite giornate del riconoscimento, pratiche per domande di concessione medaglie d’onore e ricerche all’archivio di stato, inoltre partecipiamo a congressi e ad eventi nazionali.
Abbiamo anche concordato nella Commissione Scuola, con A.N.P.I., Fiamme Verdi e Musei della Resistenza, di promuovere ed effettuare, tramite interventi didattici e mostre scolastiche, momenti conoscitivi tramite rievocazione dei dolorosi eventi del passato, nei quali ora, credo nessuno desideri nemmeno lontanamente pensare di ritornare. Ho trovato in internet questo singolare aneddoto:
La guerra è il massacro di persone che non si conoscono, per conto di persone che si conoscono ma non si massacrano. (Anonimo)
Con la convinzione che i nostri Avi abbiano contribuito coi loro sacrifici a creare un’Italia più libera e democratica, avviando un processo di unità dove le parti diventino collaborative ad ogni livello, per il bene comune, auguro a tutti buona vita. Viva la Repubblica, viva le Forze Armate, viva l’Italia”.