Anche quest’anno, a tutte le matricole dell'Università di Trento è stato reso disponibile online e sui social un vademecum, già diffuso lo scorso anno, realizzato con la collaborazione dell’Ateneo e dell’Unione degli Universitari, per trovare casa senza “fregature”, dribblando gli affitti in nero, utilizzando agevolazioni ed opportunità spesso poco conosciute: una vera e propria guida di sopravvivenza al mondo degli affitti per studenti universitari.
Le segnalazioni - Inoltre, è stata attivata una casella di posta elettronica (helpaffitti.trento@gdf.it) dedicata, per rendere ancora più agevole l’inoltro da parte degli studenti di eventuali segnalazioni di potenziali violazioni di legge.
La strategia è chiara: più peso all'intelligence ed alle sinergie, meno controlli di massa. Nei primi 10 mesi di quest’anno, sono stati svolti accertamenti mirati su di una quarantina di situazioni anomale, riscontrando irregolarità in oltre il 90% dei casi, per un recupero di base imponibile IRPEF, per oltre 2,1 milioni di euro.
Tra i casi più singolari, quello del proprietario di più immobili (sia abitazioni, che locali commerciali), siti in provincia di Trento, che tra il 2013 e il 2018, aveva “dimenticato” di dichiarare al Fisco oltre 1 milione di euro di canoni di locazione percepiti. Trattandosi di “evasore totale” ed avendo superato le soglie previste dalla legge, è stato, anche, denunciato per omessa dichiarazione.
Gli stranieri - Emblematica anche la situazione di cittadini stranieri, residenti all’estero, che, sfruttando i canali social ed i portali dedicati, affittano unità immobiliari in località trentine ed altoatesine ad altissima vocazione turistica.
E’ quanto scoperto, ad esempio, a Riva del Garda, dove un altro “evasore totale”, originario delle Mauritius e residente nel Regno Unito, pur stipulando regolari contratti d’affitto, non dichiarava i canoni di locazione percepiti.
Altra situazione di rilievo quella di un meranese, titolare di un’impresa agricola, che affittava unità immobiliari in Toscana, completamente in nero. In questo caso, preziose informazioni sono state tratte dalle segnalazioni di operazioni sospette, previste dalla normativa antiriciclaggio, che hanno messo in luce anomale movimentazioni di denaro.
Se si considera l’ultimo triennio (dal 2017), nel solo settore delle locazioni, a seguito di 165 interventi, sono stati recuperati a tassazione oltre 6,8 milioni di euro di base imponibile, ai fini delle imposte dirette, cui corrisponde un’imposta non introitata dall’erario pari a circa 1,8 milioni di euro. A questi, si affiancano, 1,1 milioni di euro di recuperi di base imponibile IRAP e oltre 475.000 euro di IVA evasa, derivanti da verifiche ad imprese commerciali operanti nel settore degli affitti.
Ciò induce a mantenere alto il livello di guardia e a sviluppare ulteriori e sempre più incisive sinergie istituzionali, nell’intento di favorire accertamenti mirati, a tutto beneficio della collettività e, in particolar modo, di coloro che rispettano le regole.