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Temù, omicidio Ziliani: "Le figlie chiesero il certificato di morte"

Temù - Nell'inchiesta sull'omicidio di Laura Ziliani, l'ex vigiliessa di Temù (Brescia), emergono nuovi elementi: alcuni testimoni hanno raccontato di aver sentito tanto rumore la notte del 7 e 8 maggio scorso nella casa di via Ballardini a Temù (nella foto), qualche ore prima della denuncia di scomparsa della 55enne.


In generale gli inquirenti stanno accertando se - oltre a Paola e Silvia Zani e Mirto Milani ora in carcere - altre persone fossero a conoscenza dei fatti; da ultimo sono in corso le analisi dei file dei computer dei tre indagati per omicidio e occultamento di cadavere.


Secondo quando ricostruito nella trasmissione "Quarto grado" dall'ex comandante del Ris, Luciano Garofano, e in base agli elementi finora di dominio pubblico, l'ex vigilessa sarebbe stata uccisa nella camera da letto di via Ballardini, dove tra l'altro i vicini di casa avrebbero sentito rumore e movimento la notte tra il 7 e 8 maggio, successivamente spostata.


Infine - come riferito dal sindaco di Temù, Giuseppe Pasina - dopo il ritrovamento del cadavere di Laura Ziliani, avvenuto l'8 agosto scorso, è stato chiesto dalle due figlie ora in carcere il certificato di morte all'ufficio anagrafe. Documento che non poteva essere rilasciato. E questa richiesta rafforza l'ipotesi investigativa di un omicidio per questione di denaro.


A breve sarà conclusa la fase preliminare dell'inchiesta, e la Procura di Brescia procederà nei confronti dei tre indagati.

Ultimo aggiornamento: 30/10/2021 07:00:43
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