Brescia – Dopo settimane di tregua, le crescenti polemiche per le ampiamente prevedibili “feste” di Ferragosto spingono il Governo a risvegliare la sua “linea dura” che tanto è piaciuta alla maggior parte degli italiani durante il lockdown ribadendo (senza eccezioni) la chiusura delle discoteche per le residue serate estive (da domani fino al 7 settembre), già prevista nel Dpcm in vigore ma con indicazioni che poi variavano di regione in regione in base alle ordinanze dei governatori. Una decisione ancora una volta giunta rincorrendo gli eventi (una volta identificato il presunto “problema” della feste, per evitarle sarebbe bastata un’azione incisiva a inizio settimana) e sulla spinta dell’opinione pubblica e di un messaggio di fondo fatto passare in modo trasversale in questi giorni: “la risalita dei contagi è dovuta alla movida”.
Un messaggio semplicistico e populistico ma che trascura molti altri elementi per un’analisi a 360° di un problema ben più grave di una caccia a capri espiatori iniziata nel nostro Paese fin da fine febbraio (prima gli sciatori ‘untori’ del tristemente famoso weekend di inizio marzo, poi i runner e chi faceva la spesa ‘troppo spesso’, ora la ‘movida’), come ad esempio il ben più realistico ma articolato problema dei casi importati dall’estero e per il quale però bisognerebbe mettere in campo azioni più ragionate e strategiche di una semplice chiusura come quella imposta alle discoteche. Incolpare i giovani ritenuti irresponsabili è infatti molto più facile di spiegare il motivo per cui non si è pensato a un piano di controllo della “situazione-Covid” di chiunque (da Nord, Sud, Est, Ovest, in porti e aeroporti) sia giunto in Italia nelle ultime settimane se non alla comparsa dei sintomi, una volta che sul territorio nazionale il pericolo-Covid era stato minimizzato nel mese di giugno. Senza trascurare le problematiche legate a app di tracciamento, numero di test e tamponi effettuati.
Sul fronte-movida, il Governo in realtà non aveva mai concesso la riapertura delle discoteche, oggi il ‘pugno duro’ nell’incontro con le Regioni per ribadire che non sono ammesse deroghe. Una stretta è attesa anche sulle mascherine che potrebbero tornare obbligatorie all’aperto negli orari serali.
Lo stop preoccupa il Silb, sindacato italiano locali da ballo, che denuncia – come molti altri settori – la mancanza di risarcimenti da parte delle istituzioni di lockdown e decisioni anti-Covid. “Sono a rischio quattro miliardi di euro”, denuncia il Silb, stimando il fatturato annuale di questi esercizi in Italia. “Ad oggi solo il 10% dei circa 3.500 locali ha riaperto ed è questo che crea problemi? Da domani si rischierà di più con l’abusivismo”, dice all’ANSA Gianni Indino, presidente del Silb Emilia-Romagna. Lo step successivo sarà a questo punto prevenire le feste ‘fai-da-te’ già registrate tra giovani in case private specialmente nell’ultima fase del lockdown.
Dal Governo, infine, secondo il Silb “finora non è arrivato un euro: ora chiederemo compensazioni, anche Iva al 4% e Cig ai nostri lavoratori”.