Le radiazioni possono sostituire il bisturi non solo per neoplasie cerebrali ma anche in singole lesioni polmonari e per tumori benigni in sedi anatomiche non facilmente operabili.
"La radiochirurgia era l'obiettivo che mi ero posto quando sono diventato primario, nel novembre scorso - sottolinea il dottor Barbonetti - e sono entusiasta di averlo raggiunto in tempi così brevi, perché pativo l'idea che i malati fossero costretti a uscire dalla provincia di Sondrio. In questo percorso sono stati fondamentali i miei colleghi e l'intera équipe di medici, tecnici, fisici, infermieri e amministrativi che opera nel reparto: con l'arrivo del dottor Andrea Ravasio, proveniente dall'Humanitas di Bergamo, siamo a pieno organico. I risultati, in particolare il +33% dei casi trattati nel 2021 rispetto al 2019, sono merito della squadra della Radioterapia oncologica e sono stati ottenuti grazie al sostegno della Direzione strategica dell'Asst che ha condiviso la necessità di ampliare e qualificare la dotazione di apparecchiature che oggi ci consente di fornire una risposta puntuale ai bisogni di cura del territorio senza liste di attesa".
Nei giorni scorsi sono iniziate le verifiche tecniche per l'installazione del nuovo acceleratore: una macchina all'avanguardia, la più completa in assoluto disponibile sul mercato, in uso ai principali centri diagnostici italiani, tra cui l'Humanitas e l'Istituto dei Tumori a Milano, il Papa Giovanni XXIII a Bergamo, il Policlinico Gemelli a Roma, l'Ospedale Federico II a Napoli. L'acceleratore entrerà in funzione all'inizio di maggio all'Ospedale di Sondrio che sarà quindi in grado di offrire ai pazienti un'ulteriore arma terapeutica. Dal dicembre scorso, quando era stato smontato l'acceleratore in uso, tutta l'attività è stata concentrata su una sola apparecchiatura: per soddisfare le richieste e consentire a tutti i pazienti di effettuare le terapie nei tempi prestabiliti sono stati estesi gli orari prolungando l'attività alla pausa pranzo e al pomeriggio.