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Lavoro, in crescita le assunzioni in Trentino: i dati 2021

Trento - Lavoro, in crescita le assunzioni nel 2021 in Trentino. L’assessore provinciale Achille Spinelli: "Domanda di lavoro più alta che nel periodo pre-pandemico" Sono positivi i dati provenienti dai Centri per l’impiego relativi alla domanda di lavoro della provincia di Trento nel 2021. Nel dicembre dello scorso anno, rispetto al dicembre 2020, la crescita delle assunzioni è stata di 15.803 unità, pari ad un + 270,5%.


“Una crescita in parte attesa - sottolinea l’assessore allo sviluppo economico, ricerca e lavoro Achille Spinelli (nella foto) - soprattutto in alcuni settori, in seguito al progressivo venir meno delle limitazioni dovute alla pandemia, grazie alla diffusione dei vaccini. Meno scontato che la domanda di lavoro sia cresciuta, su base annua, anche rispetto al 2019, quindi all’ultimo anno free-Covid. A fine 2021 registriamo infatti un + 1.108 occupati, pari ad una crescita percentuale dello 0,7%. Rispetto al 2020, l’aumento si fa naturalmente molto più evidente, con un +26,4%. Sono segnali importanti, che ora dobbiamo impegnarci a consolidare, anche al netto delle nuove tensioni che purtroppo vediamo emergere nel panorama internazionale”.
Nell’ultimo mese del 2021, confrontato con il dicembre 2020, i dati dell’Agenzia del Lavoro registrano un aumento delle assunzioni che interessa tutti i settori e comparti di attività. Con alcuni picchi: è ad esempio di 11.626 assunzioni in più nei pubblici esercizi, pari a un +831%. Ciò è spiegato dal fatto che nel 2020 gli impianti sciistici (e non solo), erano rimasti chiusi, a differenza di quanto avvenuto nell’inverno 2021, grazie alla protezione data dai vaccini.
La dinamica delle assunzioni a dicembre 2021 è di crescita anche rispetto a dicembre 2019, sebbene più limitata, pari a 614 assunzioni in più, per una variazione positiva del +2,9%. Per quanto riguarda le assunzioni nei pubblici esercizi i volumi di personale movimentati a dicembre 2021 restano inferiori rispetto al dicembre pre-covid, ma per una differenza limitata: il comparto registra infatti 13.025 assunzioni, solo il 2,5% in meno rispetto al periodo pre-pandemico.


Variazioni su base annua


Rispetto al 2020, le assunzioni delle imprese trentine nel 2021 crescono di 33.938 unità e del +26,4% (da 128.328 a 162.266). La domanda di lavoro delle imprese, a parte un leggero calo in agricoltura, cresce a doppia cifra decimale sia nel secondario sia nel terzo settore.


Molto positivo nel 2021 è anche il saldo occupazionale. Alle 162.266 assunzioni corrispondono, infatti, 144.533 cessazioni lavorative, con le prime che prevalgono sulle seconde per 17.733 unità. Un saldo così positivo si spiega oltre che per l’aumento delle assunzioni, anche per un corrispettivo calo delle uscite lavorative (diminuite rispetto al 2020 di 1.424 unità e dell’1%).


La domanda di lavoro delle imprese trentine nel 2021, come detto, supera anche quella rilevata nel periodo pre-pandemico di due anni prima. Rispetto al 2019 si contano 1.108 assunzioni in più per una variazione del +0,7%. Le assunzioni calano solo in agricoltura - di due punti percentuali - e seppur di soli due decimi nel terziario. Il calo nel terziario sarebbe stato più severo senza il forte aumento riscontrato in alcuni servizi, in particolare nel comparto dell’istruzione (per effetto delle sospensioni dal lavoro causate dal Covid e dalla corrispettiva assunzione di personale supplente). Nel commercio, in particolare nei pubblici esercizi, la pandemia ha comunque inciso fortemente, e nonostante la ripresa registrata nel 2021 si registra una flessione dei fabbisogni di personale rispetto al periodo pre-Covid di quasi 3.000 unità.

La crescita del 2021 si deve così ai comparti del secondario e in particolare al manifatturiero le cui assunzioni a distanza di 24 mesi crescono di 1.741 unità e del 14,7%.


L’aumento delle assunzioni registrato nel 2021 rispetto al 2020 accomuna tutte le tipologie d’inserimento al lavoro. Le assunzioni a tempo indeterminato in Trentino crescono di 1.503 unità (+13,7%) e le assunzioni di giovani con un contratto di apprendistato, sempre rispetto al 2020, aumentano di 1.570 unità. Tra le principali forme di lavoro a termine cresce di 1.938 assunzioni il lavoro a chiamata, di 2.702 il lavoro somministrato e infine di 26.225 assunzioni il tempo determinato.


Cgil Cisl Uil: la ripresa dell’occupazione è su basi instabili


Occupazione in crescita ma sempre più precaria in Trentino. Il lavoro stabile nel 2021 cresce meno dell’anno del lockdown. E’ questo il quadro completo che emerge dagli ultimi dati provenienti dai centri per l’impiego. Se è vero, come è vero, che a dicembre le assunzioni sono tornate a livello pre pandemia, è altrettanto vero che i nuovi rapporti di lavoro attivati sono prevalentemente instabili. Rispetto al 2019 si sono persi circa 2.500 contratti a tempo indeterminato, pari a -14% tra nuove attivazioni e trasformazioni. Le trasformazioni da tempo determinato a contratto stabile si sono ridotte del 28%. “Esiste un problema di qualità dell’occupazione ed è grave che la Provincia e l’assessore al lavoro, Spinelli, ignorino questi dati limitandosi solo a vedere il bicchiere mezzo pieno – fanno notare Maurizio Zabbeni, Lorenzo Pomini e Gianni Tomasi -. In numeri parlano chiaro, se letti in modo completo: solo il 7,68% delle nuove assunzioni è un contratto stabile, era l’8,31% nel 2019. E addirittura l’8,53% nel 2020 nell’anno che ha visto precipitare il nostro nostro Pil di 9 punti percentuali. Oggi in piena ripresa si fa ricorso prevalentemente a lavoro precario”.


Una situazione che non può non destare preoccupazione. “Le imprese non si fidano ancora della ripresa e si muovono con eccessiva cautela scaricando il rischio, di fatto, sulla forza lavoro. Una situazione che potrà essere solo resa peggiore dall’instabilità internazionale anche legata al conflitto in Ucraina”, proseguono i sindacalisti che però sollecitano Piazza Dante a mettere in campo misure adeguate per favorire la qualità dell’occupazione e retribuzioni coerenti con il costo della vita provinciale e in linea con quelle delle regioni confinanti. “Il tema è stato al centro degli stati generali del lavoro ed è il momento che si mettano in campo misure concrete per spingere la dinamica del nostro mercato del lavoro in questa direzione anche agendo sulla leva degli incentivi selettivi alle imprese”.


C’è poi il tema delle politiche industriali: la Provincia deve sostenere con determinazione il passaggio alla digitalizzazione e alla transizione ecologica per rendere più competitivo il tessuto economico locale.


Infine la questione che spesso sta al centro delle preoccupazioni degli imprenditori, la difficoltà di reperire manodopera. “Fino a quando non si investe su offerte di lavoro di qualità ci sarà sempre difficoltà a trovare personale. Servono dunque politiche attive del lavoro e formazione per riqualificare la forza lavoro attuale, ma anche proposte di assunzioni adeguate ai profili professionali e alle competenze ricercate”, proseguono i tre sindacalisti che sulla questione della carenza di manodopera puntano l’accento anche sulla questione demografica. “C’è un problema di numeri: mancano giovani e ne mancheranno sempre di più visto l’andamento demografico. Servono, dunque, anche politiche lungimiranti in tema di natalità, conciliazione vita-lavoro e gestione dei flussi migratori, senza approcci demagogici come quelli che abbiamo riscontrato all'atto di redigere le convenzioni tra Agenzia del Lavoro e mondi del turismo e dell'edilizia”, concludono.

Ultimo aggiornamento: 02/03/2022 14:13:34
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