I volumi di produzione pari a 4.800 tonnellate di filato nel 2019, scesi drasticamente a 2.200 nel 2020 si confermano nel 2021 poco sopra l’anno precedente (su quest’ultima parte si tenga conto che la cosiddetta “soglia di sopravvivenza” per cui costi e ricavi si equiparano si aggira intorno alle 3.200 tonnellate).
Il paradosso di quest’ultimo periodo sembrerebbe però essere una sorta di inversione di tendenza con ordini in portafoglio che, pur non garantendo una deciso cambio di rotta, arriverebbero dai principali clienti di Noyfil fino a febbraio 2022.
Non ultimo, sono confermate le previsioni di rincaro del costo dell’energia previsto nelle prossime settimane pari a 10 cent./kw con un aggravio di costi per lo stabilimento di Andalo stimati dalla Direzione aziendale in circa 600mila euro su base annua.
Come già in qualche modo ipotizzato nell’incontro di inizio luglio dall’Amministratore Delegato della Società in un incontro con i dipendenti e Sindacato, sulla base di questi dati, la concorrenza dei Paesi dell’Estremo Oriente è di fatto insostenibile.
Alla luce di ciò, i lavoratori riuniti in assemblea il 29 settembre, dopo ampia discussione hanno deciso quanto segue:
- nelle more di una trattativa, che auspicano si attivi nel più breve tempo possibile, con grande senso di responsabilità proseguono nell’ordinaria attività;
- chiedono alle Organizzazioni Sindacali di farsi parte attiva presso tutti gli Organi Istituzionali al fine di informarli della grave situazione e ottenere supporto al fine di vagliare tutte le possibili iniziative e soluzioni per gestire nel migliore dei modi la decisione oggi ufficializzata dalla Proprietà.
Le Segreterie Territoriali FLCTEM-CGIL e FEMCA-CISL hanno inviato agli Organi Istituzionali provinciali (Prefettura, Provincia di Sondrio, Sindaci del Mandamento) una nota ufficiale nel rispetto di quanto deliberato dall’assemblea dei lavoratori.