Trento - Al Festival dell'Economia di Trento sono stati numerosi gli spunti e le riflessioni sul futuro dell'economia mondiale nella giornata conclusiva.
Tecnologia e ambiente: i passi futuri verso la decarbonizzazione totale
Tra concrete possibilità e sperimentazioni all’avanguardia, delineano un quadro su come raggiungere la completa decarbonizzazione dell’Europa, Marzio Galeotti, docente di economia politica all’Università di Milano, Laura Cozzi, Chief Energy Modeler presso Iea, e Michele Gamberini, amministratore delegato Tim, nel loro intervento al Festival dell’Economia di Trento. «Quest’anno si è assistito a una contrazione dei consumi energetici mondiali del 7% - commenta la Cozzi – il che significa che è già in atto un’importante processo. Ma per arrivare alla decarbonizzazione totale, non si può trascurare nessuna energia alternativa, dal solare, all’eolico, all’idrogeno». Così come non si può non tenere in considerazione il ruolo giocato dalla digitalizzazione: «Il 5g e la tecnologia Edge, applicati ai più disparati settori, possono permetterci di rendere i sistemi più efficaci, in una via al contempo più ecosostenibile – afferma Gamberini». Ma, conclude Galeotti, «tutto ciò passa necessariamente prima da politiche – e da una politica – che guardano in questa direzione».
Ambiente e crescita: i due temi del Festival, non creano, secondo Marzio Galeotti, docente di economia politica all’Università di Milano, «un ossimoro. E se non lo fanno, è solo grazie alle tecnologie energetiche. Il progresso, infatti, spazia, dalle nuove modalità di estrazione del petrolio, a quello verde, fino a raggiungere discipline sperimentali come il "geoengeneering", che tenta di schermare la Terra dai raggi solari riducendo il surriscaldamento». Un’insieme di opzioni che, per Laura Cozzi, Chief Energy Modeler presso Iea, «devono essere tutte prese parallelamente in considerazione, per poter raggiungere la totale decarbonizzazione europea e poi mondiale. Quest’anno, abbiamo ottenuto una contrazione dei consumi energetici mondiali del 7%, ma c’è ancora molto lavoro da fare: se nel settore elettrico oggi ci sono le tecnologie necessarie alla decarbonizzazione ma mancano le garanzie di sicurezza del completo approvvigionamento elettrico, in altri campi, in particolare l’industria e il trasporto pesante, che complessivamente creano i 2/3 delle emissioni, siamo ancora nella fase di sperimentazione delle tecnologie. In linea generale – continua – le vie più promettenti sono solare e eolico, le meno impattate dal crollo degli investimenti conseguente alla crisi pandemica, ma anche l’idrogeno e la cattura e lo stoccaggio delle emissioni». Ruolo importante, per un processo di decarbonizzazione totale nel prossimo futuro, giocherà poi la digitalizzazione:«La transizione al digitale è già in atto da tempo e si è accelerata con la pandemia – commenta Michele Gamberini, amministratore delegato Tim -, dimostrandoci che sono necessarie reti affidabili e che resistano ai picchi di traffico. In futuro, infatti, dobbiamo lavorare per spingere in direzione delle Smart City, ambito in cui Tim sta sperimentando sistemi di verifica infrastrutturale per mezzo della rete 5g, attraverso sensori che monitorano la staticità delle infrastrutture e droni che rilevano immagini ad alta definizione dei flussi di traffico per ridurre le emissioni. Ma anche, ancora, in direzione dell’automazione industriale, della sanità 5.0 e dell’agricoltura smart, in cui monitorare costantemente la situazione climatica e le colture, in maniera più efficace e ecosostenibile». Tutto ciò, dovrà essere accompagnato però, conclude la Cozzi, «da un’occupazione durabile» e, per Galeotti, «da politiche di investimenti in tale direzione».
Una nuova rivoluzione industriale per bloccare il climate change
La nuova sfida, per evitare un disastroso climate change e la scomparsa della nostra specie, ha le forme della rimozione di CO2 dall’atmosfera con l’obiettivo di rivenderla e trasformarla. Lo ha spiegato oggi al Festival dell’Economia Graciela Chichilnisky, co-fondatrice e Ad di Global Thermostat e co-inventrice di una tecnologia di rimozione del carbonio in grado di invertire il cambiamento climatico. Un’invenzione che tiene aperta la porta della speranza per frenare i cambiamenti climatici in atto anche se, come ha spiegato Graciela Chichilnisky, collegata al Festival da New York, si tratta di una vera e propria sfida contro il tempo considerando la gravità della situazione attuale.
Intervistata da Dino Pesole, giornalista del Sole 24 Ore, che le ha sottoposto anche numerose domande dal pubblico collegato in diretta al sito del Festival dell’Economia, Graciela Chichilnisky ha subito evidenziato l’importanza del Protocollo di Kyoto legato al Clean Development Mechanism diventato legge internazionale nel 2005: <Una legge – secondo la Chichilnisky – le cui indicazioni non sono state adottate da molti a livello internazionale finendo per far precipitare il pianeta sull’orlo del baratro come sta accadendo in questi anni>. Per Graciela Chichilnisky è ancora possibile invertire la rotta del cambiamento climatico: < La cattura diretta di CO2 dall'aria – ha spiegato – non solo è una delle soluzioni più importanti per risolvere il climate change ma può avere anche grandi ricadute sui processi economici e fare da volano allo sviluppo di molti settori>. La CO2 catturata dall’atmosfera grazie all’invenzione di Graciela Chichilnisky viene convertita dall’industria per avere uno sfruttamento economico verso un mercato di un trilione di dollari.