La quarantena per il Covid-19 ci ha messi però tutti sullo stesso piano: a tutti – indipendentemente dal lavoro svolto – è stato fornito lo stesso tempo, ma mentre chi già prima del lockdown era in difficoltà ha utilizzato questo tempo tra i rimorsi e le preoccupazioni per il proprio futuro e quello della propria attività, chi invece prima della quarantena non aveva preoccupazioni ha continuato imperterrito a godersi il proprio tempo libero".
Secondo Cia "dev’essere stato proprio in questo tempo libero che molti politici e sindacalisti hanno smesso di occuparsi delle loro funzioni, per assumere il ruolo di organizzatori di eventi sui balconi. Ecco allora che ci si ritrova sui balconi a cantare "Bella ciao", un altro giorno si srotolano striscioni e un altro ancora si sbattono padelle. Nel frattempo i giorni passano, le aziende chiudono e la gente rimane a casa, per davvero questa volta, e non per la quarantena".
"Pensare che la festa del primo maggio ha origine dalle proteste di fine '800 per ridurre i turni di lavoro e chiedere condizioni più dignitose e sicure. Oggi, i lavoratori chiedono di poter tornare al lavoro quanto prima. Per questo spero che al di là della tradizionale "festa", che ques'anno non ci sarà, il 1° maggio possa tornate ad essere un momento di riflessione, cosicché politici e sindacalisti possano tornare a lavorare per il bene dei cittadini e del loro territorio, prendendo decisioni coraggiose (e non delegandole sempre a qualche tecnico) e soprattutto parlando con chiarezza, in modo che tutti possano capire. Solo in questo modo, io credo, si può sperare che i cittadini tornino a credere nella politica", conclude il consigliere Claudio Cia.