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La crisi delle scuole paritarie bresciane preoccupa la Provincia, appello di Alghisi a Regione e Governo

venerdì, 29 maggio 2020

Brescia – Il presidente della Provincia di Brescia, Samuele Alghisi, manifestando, a nome di tutto il Consiglio Provinciale, preoccupazione per quanto riguarda la situazione delle scuole paritarie a causa l’emergenza Covid, insieme a tutti i Consiglieri ha richiesto l’adozione di misure idonee da parte della Regione Lombardia e del Governo per sostenere le Fondazioni e le Associazioni, affinché siano garantite la copertura dei costi fissi e la riduzione, se non l’azzeramento, delle rette per le famiglie bresciane. Chiede inoltre al Governo l’introduzione di misure che rendano detraibili per i genitori, se possibile già nel 2020, le spese sostenute per la corresponsione delle rette di frequenza della scuola nel periodo di chiusura forzata.

alghisi gdvSul territorio della provincia di Brescia – ha dichiarato Alghisi – operano numerose scuole d’infanzia paritarie e asili nido gestiti da fondazioni di antiche radici, legate alle amministrazioni locali, alle istituzioni religiose o a realtà caritatevoli. La presenza di queste scuole e di questi asili nido sopperisce alla difficoltà della Repubblica a farsi carico della presenza di analoghe istituzioni statali, non riconosciute come scuole dell’obbligo e particolarmente onerose, realizzando il principio costituzionale di sussidiarietà e offrendo alle famiglie bresciane un servizio fondamentale. Le scuole e gli asili paritari risultano essenziali soprattutto nei piccoli centri, nelle frazioni e nei comuni al di sotto dei 5.000 abitanti, dove riempiono un vuoto che difficilmente lo stato potrebbe colmare, generando anche un indotto attraverso l’impiego di insegnanti ed educatrici, soprattutto giovani, provenienti dalla comunità locale“.

Per questo motivo il Consiglio Provinciale, che si è riunito giovedì 28 maggio, ha approvato all’unanimità una mozione presentata dal Consigliere Filippo Ferrari, che chiede alla Regione Lombardia e al Governo di impegnarsi per andare incontro alle esigenze delle famiglie bresciane, che dal 23 febbraio scorso, giorno in cui sono stati chiusi scuole e servizi educativi in Lombardia, non hanno più avuto un orizzonte chiaro sulla ripresa dell’attività.

Incertezze che pesano sia sulle realtà educative sia sulle famiglie – ha aggiunto il Consigliere delegato all’Istruzione, Filippo Ferrari – alle quali spesso viene richiesta una retta di frequenza per far fronte alle spese che le Fondazioni e le Associazioni devono sostenere. C’è il rischio che a settembre molti di questi enti rischino di non aprire se non saranno assegnate loro le risorse necessarie per garantire adeguati servizi. Un’ipotesi potrebbe essere a mio avviso quella di rendere ordinario il contributo 0-6 anni che Regione Lombardia riconosce ai Comuni, i quali, a loro volta, trasferiscono agli asili“.

Queste istituzioni si caratterizzano non solo per la ricchezza della loro storia, ma anche e soprattutto per la flessibilità. Esse possono più efficacemente pensare a programmi, progetti, servizi a misura di comunità, venendo incontro alle esigenze e ai tempi delle famiglie, senza la rigidità di un servizio standard, come quello tipico delle scuole statali, con la scelta di programmi che rispondo alle esigenze del territorio in cui si inseriscono.

L’attività di queste realtà educative consente importanti risparmi al sistema scolastico nazionale, con un impatto sulla spesa pubblica di circa 600 euro a bambino contro i 6.000 euro di costo per le scuole d’infanzia statali. Per questo – ha concluso Alghisi – chiediamo a Regione e Governo una particolare e concreta attenzione sia verso gli Istituti sia verso le famiglie“.



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