Prescindendo dal fatto che lo siano a titolo professionale o amatoriale, a tempo pieno o a tempo
perso, sono loro che sacrificano passione e dedizione alla cura della terra – spesso andando oltre il mero significato economico del loro gesto – e per questo assimilabili a moderni “eroi” del paesaggio.
I concorsi prati da sfalcio ed orti alpini fanno dunque parte di una chiave di lettura del paesaggio rurale e di un tentativo di incentivo per la sua conservazione.
Il Presidente Sandro Farisoglio consapevole che sin da quando l’uomo ha cominciato a risiedere stabilmente nell’ambiente alpino, la vegetazione naturale ha subito profondi mutamenti ed ampie aree di vegetazione arborea hanno lasciato spazio a colture, prati da sfalcio e pascoli, ritiene che i prati e gli orti oltre a rappresentare una peculiare risorsa agricola e zootecnica di montagna, rappresentano habitat di eccezionale valore naturalistico, in cui un grande numero di specie sono state favorite proprio dall’uomo attraverso pratiche agricole tradizionali mantenute per secoli. Ma paradossalmente, proprio oggi, quando l’uomo rappresenta su scala globale una minaccia per gli equilibri naturali, nelle vallate alpine è invece l’abbandono dell’agricoltura di montagna da parte dell’uomo, che determina le condizioni di “minaccia” per questi habitat, in forte regressione in favore del bosco.
Sandro Farisoglio considera utili tutti gli interventi per la salvaguardia ed incremento della biodiversità degli spazi aperti di montagna attraverso il ripristino delle tecniche culturali tradizionali dei prati stabili e di orti nel contenimento dell’avanzata del bosco, nel mantenimento dei capanni e dei roccoli, infatti la Comunità Montana da alcuni anni collabora con i proprietari privati attraverso la concessione di premi incentivanti che sostengano economicamente chi si adopera in tal senso.
Per evitare tuttavia la logica dei tanti piccoli interventi che con il tempo risulterebbero inefficaci, l’Assessore al Parco Adamello Massimo Maugeri preannuncia la volontà di creare un progetto pilota del Parco più ampio, che prevede una serie di interventi, a partire da una sensibilizzazione ed accordi tra privati ed Enti, compresi i Comuni, per la realizzazione di opere di disboscamento e sistemazione dei terreni, con la collaborazione di imprese locali. Questi terreni sono generalmente di privati, quindi si dovrà chiedere l'assenso dei proprietari in modo da poter operare sul loro suolo per almeno 10 anni. Ai proprietari privati dei terreni dovranno essere date delle garanzie ed un riconoscimento, anche per il mantenimento dei terreni e delle coltivazioni, al fine di evitare che una volta ripristinati, ritornino bosco. Con il legname si potrà fare del cippato funzionale alla produzione di biomassa.
L’assessore Maugeri prevede che questo progetto potrà offrire opportunità lavorative ai giovani disponibili ed interessati ad avviare un'attività in questo settore. "L'investimento nel paesaggio è strategico ed il nostro progetto potrebbe implementare le risorse economiche nei prossimi anni perché l'abbellimento dell'ambiente dà valore aggiunto non solo all'agricoltura ma anche al turismo e alla vivibilità in generale", conclude il Presidente Farisoglio.