Paradossale ma esplicativa la situazione venutasi a creare per organizzare la Messa al sacrario nel weekend appena trascorso, con l'impedimento di oltrepassare il confine di pochi metri da parte di alcuni fedeli e chierichetti.

Tra le altre contraddizioni emerse in questa ripartenza, l'ordinanza della Provincia di Trento dà la possibilità di raggiungere il paese confinante se non ci sono i prodotti richiesti, ma l'interpretazione finora data è che dal Tonale si può andare fino a Ossana, ma non a Pellizzano.
Inoltre gli sport individuali: alcune strutture per i residenti del Tonale e Vermiglio sono distanti alcuni chilometri ma non è prevista dall'ultima ordinanza provinciale la possibilità recarsi in auto. Quindi chi vuol fare certi sport individuali - ad esempio il tennis - può farlo, ma deve andarci a piedi o in bici, percorrendo i diversi chilometri del Passo.
La ripartenza è in salita ovunque e molto probabilmente servirà, oltre al buon senso, rivedere qualche ordinanza, con disposizioni ad hoc per le zone di confine. Era già stato consigliato da diversi esponenti la possibilità di muoversi entro un certo raggio di azione dalla propria abitazione (20/30 km), abolendo i confini regionali viste le numerose situazioni borderline per la conformazione del territorio, ma le autorità hanno preferito agire diversamente.
Una situazione paradossale che si ripropone a mesi di distanza dall'inizio dell'emergenza: domenica 8 marzo, ultimo giorno di sci visto il lockdown deciso a notte fonda dal governo Conte, gli impianti sul territorio bresciano (compresa la cabinovia Paradiso) erano chiusi, mentre quelli sul territorio trentino (Valena e Valbiolo) erano aperti, con diverse persone che a piedi hanno raggiunto la base della seggiovia Valbiolo partendo dal suolo lombardo, eludendo i contemporanei controlli sulla sede stradale.