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Lockdown: Pubblici esercizi contro il Dpcm Draghi, “un’intera categoria a rischio” in Trentino

venerdì, 5 marzo 2021

Trento – “Anche se è praticamente certificato che i bar non sono i luoghi del contagio, il governo continua a considerarli focolai. Serve più attenzione per la nostra categoria: tante aziende sono in grave difficoltà”. Lo sfogo di Fabia Roman, presidente dell’Associazione dei pubblici esercizi del Trentino, è lo sfogo di un’intera categoria che, anche a livello nazionale, non riesce a spiegarsi le scelte del governo contenute nell’ultimo dpcm firmato dal presidente Draghi, in continuità all’ultimo anno di restrizioni sancite dall’Esecutivo Conte.

“Siamo chiusi da più di due settimane – spiega la presidente Roman – eppure i contagi continuano a correre, così come in altre regioni d’Italia: è chiaro che non sono i bar i luoghi del contagio. Ciononostante il governo continua a ritenerci responsabili, salvo consentire ad altri di vendere bevande anche oltre le 18. Francamente lo riteniamo ingiusto e estremamente penalizzante. Impedendo l’asporto ai bar dopo le 18 sicuramente non si risolve il problema dei contagi, anzi si sposta la “socialità” da un contesto sicuro e protetto ad uno – le abitazioni private – non controllabile”.

“Chiediamo di poter lavorare. Abbiamo sempre affrontato – prosegue la presidente – con estrema serietà e senso del dovere. Abbiamo sopportato chiusure, modifiche ai nostri locali, dotazioni aggiuntive di gel disinfettanti e altri prodotti per la sanificazione, afflussi ridotti… Oggi però sta crescendo, giorno dopo giorno, il numero delle imprese che non riescono più a gestire questa situazione: l’intera categoria rischia il tracollo”.



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