All’interno di questa quota, poco più di € 27 milioni sono relativi al 21,7% del capitale dell’Istituto di Sviluppo Atesino (ISA), istituito nel 1929.
Il patrimonio netto di Arcidiocesi si attesta a € 74,6 milioni, in flessione del 3% rispetto al 2017, a seguito della perdita dell’esercizio 2018 di € 2,3 milioni.
La perdita è generata dalla differenza tra ricavi per € 8,2 milioni (l’aumento di 422 mila euro rispetto al 2017 è dovuto ad eventi straordinari e non ad una crescita delle entrate ordinarie) e costi (comprensivi delle imposte) per € 10,5 milioni, caratterizzati, come segnalato nell’esercizio precedente, da notevoli elementi di rigidità.
Al pari dello scorso anno, Puerari ha messo in evidenza la delicata gestione economica dell’Arcidiocesi, chiamata a fronteggiare, strutturalmente, impegni di spesa particolarmente articolati, anche a beneficio delle diverse Entità diocesane, con entrate caratterizzate da permanenti elementi di incertezza. Alla luce di questa situazione, Puerari ha evidenziato l’importanza di ricercare margini di efficienza nel campo gestionale-economico, come avvenuto nel 2018 in ambito organizzativo, al fine di perseguire prospettive di sostenibilità durevole delle esigenze pastorali della Diocesi. In tale ottica, ha segnalato l’importanza di serie riflessioni sulle modalità di ottimizzare la gestione del patrimonio disponibile, sulla razionalizzazione delle attività di gestione e sul contenimento dei costi di funzionamento.
Il Rapporto annuale 2018 contiene, come elemento di novità rispetto allo scorso anno, informazioni sull’andamento economico-finanziario di due tra i più significativi Enti diocesani: la Fondazione Comunità Solidale e il Seminario Maggiore Arcivescovile. I dati di bilancio dei suddetti Enti sono stati presentati nel prosieguo della mattinata da Antonio Pacher (ex presidente della Fondazione) e Franco Debiasi (amministratore del Seminario).
Nella parte descrittiva del Rapporto 2018, anche in questa occasione edito da Vita Trentina, è posto in primo piano il percorso di rinnovamento avviato dalla Chiesa trentina, con la riorganizzazione territoriale derivante dal superamento dei decanati per una maggiore valorizzazione delle otto zone pastorali, ma anche dalla rilevante riforma della Curia diocesana, ridisegnata nella primavera dello scorso anno attorno a quattro grandi aree tematiche. Spazio anche all’apprezzata novità delle otto Assemblee pastorali decentrate nelle altrettante zone pastorali: l’arcivescovo Lauro riprenderà anche quest’anno il percorso nelle valli, al sabato mattina nei mesi di ottobre e novembre.
I dati relativi all’impegno sul versante della povertà sono accompagnati anche da tre storie emblematiche dell’attività ecclesiale sul territorio: l’ospitalità in appartamento della Diocesi per le famiglie dei malati in cura a Protonterapia, la disponibilità delle canoniche in val di Non per persone con disagio psichico (in convenzione con l’Azienda Sanitaria) e la preziosa collaborazione tra parrocchie avviata in Vanoi, come raccontato anche stamani dal vivo in sala. Un focus nel Rapporto è quindi dedicato all’attività formativa e culturale con Seminario, Vigilianum e Museo Diocesano, mentre la parte finale della sezione descrittiva si è concentrata sul restauro della Cattedrale e sui lavori di consolidamento delle facciate di Palazzo Ceschi, sede di Curia, riportato nel dicembre 2018 al colore originario.