"Non è stata pronunciata l'ultima parola", mette però in chiaro Gerhard Brandstaetter, il legale di Alex Schwazer.
Per l'olimpionico della 50 km a Pechino 2008, la decisione del Tribunale Federale giunge alla conclusione di una vicenda iniziata nel 2016. I giudici svizzeri non hanno accolto la tesi di Schwazer, basata sull'emersione di fatti nuovi, in grado di riaprire la vicenda, ossia la presunta manipolazione del campione di urina che ha condotto alla squalifica non costituisce - secondo il Tribunale - un fatto nuovo, poiché l'atleta se ne era avvalso più volte durante il procedimento che avrebbe poi portato al provvedimento.