La validazione dei piani di sviluppo dovrà essere validata da un soggetto diverso, esperto del settore e di analisi di bilancio, da quello della coop che lo propone e dall’analisi del bilancio in generale.
La valutazione del piano, e il suo accoglimento, spetterà all’ente gestore, cioè la Promocoop, che si baserà sulle considerazioni tecniche espresse da chi lo ha validato ma potrà svolgere comunque analisi autonome integrative e chiedere approfondimenti. Cambia anche la durata dell’investimento, oggi fissata in 7 anni: con la nuova impostazione potrà variare invece tra i 3 i 5 e i 7 anni in base all’entità del progetto. Novità anche per il rendimento fisso che la coop riconosce all’ente gestore del fondo che oggi è del 2% mentre i nuovi criteri prevedono un’indicizzazione a quello dei Buoni del tesoro poliennali (Btp) in relazione alla loro durata. Infine, il rimborso del capitale, che oggi avviene in una sola soluzione, con la delibera che ha ricevuto oggi il disco verde della Seconda commissione, potrà avvenire in modo modulato quando la durata è di 5 o 7 anni, mentre per quella di 3 anni continuerà ad essere in una tranche unica. Per ciò che riguarda le modalità di disinvestimento i nuovi criteri prevedono, nel caso di difficoltà a ritornare l’intero capitale, la possibilità per le coop, se tutti i soggetti finanziatori sono d’accordo, di concordare una rimodulazione dell’investimento applicando, a seconda dei casi, una maggiorazione del rendimento.