Si richiamava inoltre la necessità di mettere in campo strategie per il potenziamento dei modelli organizzativi ed assistenziali della Medicina Territoriale, anello debole del nostro sistema sanitario, ed invitava la Giunta a superare il “qui ed ora” e a pianificare un intervento sanitario di più ampio respiro e puntualmente articolato".
Nel testo era inoltre sottolineato il fatto che la Giunta non abbia coinvolto il Consiglio dei sanitari, organo deputato alle consultazioni e rappresentante trasversale delle varie professioni, per analizzare congiuntamente quanto avvenuto e per stimare l’investimento necessario in termini di processi organizzativi per affrontare le fasi post emergenza.
“Abbiamo presentato un documento con una descrizione dettagliata degli interventi che riteniamo necessari, settore per settore – continua ancora Demagri – prendendo in analisi aspetti come la gestione del controllo epidemiologico, la quarantena, l’assistenza domiciliare e soprattutto il reclutamento del personale sanitario per adeguare il contesto alle mutate esigenze”.
La Giunta provinciale è stata impegnata dal Consiglio ad approvare una variazione al programma delle attività 2020 dell’azienda sanitaria, in particolare esplicitando le misure di prevenzione del contagio, le misure di sorveglianza attiva e le misure organizzative di contenimento; l’elaborazione di programmi di revisione organizzativa sanitaria e revisionando i modelli obsoleti della Medicina Territoriale. Altri punti approvati sono stati quello relativo alla predisposizione di un piano di comunicazione e formazione alla popolazione rispetto ai corretti comportamenti da tenere e l’implementazione del monitoraggio della popolazione con test sierologici, coordinando il sistema pubblico e privato trentino in modo da favorire un utilizzo corretto ed efficace di tali strumenti, anche insieme ai tamponi.
E’ stato invece respinto, con grande dispiacere dei proponenti, il punto che prevedeva la revisione dei parametri con le quali vengono stabiliti i numeri delle risorse umane delle RSA con lo scopo di garantire i livelli minimi essenziali adeguandoli ai parametri degli Stati Europei che hanno avuto maggior successo nella gestione dell’emergenza sanitaria.
"Il rifiuto di modificare i parametri per l’assunzione di professionisti – conclude Demagri – ci ha lasciati basiti. Non capiamo perché, se si è dovuti ricorrere a misure di assunzione straordinarie per far fronte all’emergenza, come ad esempio richiamare in servizio medici, infermieri e OSS messi a disposizione da APSS e da Cooperative, non si voglia adeguare il sistema nel suo insieme".