Trento - Sono sempre più elevati i livelli di qualità delle cure. La conferma arriva dal Programma nazionale esiti sviluppato da Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali). Gli esperti hanno illustrato ai professionisti dell’Apss e dell’Assessorato alla salute e politiche sociali i risultati provinciali del Piano nazionale esiti relativo all’anno 2016. Una presentazione a più voci che si è concentrata sul valore del programma nel promuovere la razionalizzazione dei servizi, dei percorsi e delle reti assistenziali in un’ottica di qualità e di equità. Il quadro trentino che emerge dal Piano nazionale esiti è decisamente positivo e nel 2016 si confermano alcuni consolidati trend di allineamento agli standard nazionali e di miglioramento in campo ortopedico, ostetrico, chirurgico e nelle ospedalizzazioni. In alcune situazioni il dato provinciale complessivo e quelli di alcune strutture è in linea con le migliori performance a livello italiano e internazionale.
LA VALUTAZIONE - Il Programma nazionale esiti (Pne) è un’attività istituzionale del Servizio sanitario nazionale, sviluppato da Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) per conto del Ministero della salute. Il Pne non produce classifiche, graduatorie o pagelle, le sue misure sono strumenti di valutazione a supporto di programmi di auditing clinico e organizzativo a disposizione delle regioni, delle aziende e degli operatori per il miglioramento della qualità, dell’equità e dell’appropriatezza del servizio offerto. La reputazione di questo programma ne ha sempre costituito un punto di forza e di forte interesse e apprezzamento da parte delle società scientifiche e di tutti i professionisti sanitari. Sono 166 gli indicatori analizzati nell’edizione 2017 del Pne, relativa ai dati del 2016:
• 67 indicatori di esito/processo come ad esempio tempestività di trattamento chirurgico in urgenza, mortalità post-intervento/ricovero, complicazioni, necessità di ricovero ripetuto;
• 70 indicatori di volumi di attività ad esempio il numero di interventi chirurgici o il numero di parti;
• 29 indicatori di ospedalizzazione (per malattie/interventi chirurgici dove l’elevata ospedalizzazione può sottendere fenomeni di inappropriatezza professionale o organizzativa, anche in relazione all’efficacia del territorio nel prevenire ed evitare determinate ospedalizzazioni).
Gli indicatori si concentrano su interventi sanitari di provata efficacia che dovrebbero essere offerti a tutta la popolazione in condizioni di equità. Gli ambiti di valutazione sono le singole aziende ospedaliere o strutture ospedaliere e, per quanto riguarda la funzione di tutela, gli indicatori vengono calcolati sulla popolazione residente. Il programma, dunque, mostra sia le performance di tutti gli ospedali italiani (grandi e piccoli, pubblici e privati), sia di tutte le aziende sanitarie, consentendo un confronto, anche su base provinciale.
I RISULTATI - Il Piano nazionale esiti relativi all’anno 2016, in particolare i plurimi indicatori che misurano la disponibilità e la tempestività di determinati interventi chirurgici, la mortalità, le complicanze e i ricoveri ripetuti, evidenziano l'efficacia e la qualità delle cure ospedaliere erogate in Trentino. Sono state approfondite diverse aree cliniche di valutazione comparativa tra soggetti erogatori e tra gruppi di popolazione e analizzati i fattori assistenziali che determinano esiti, con particolare attenzione ai volumi di attività delle strutture sanitarie, caratteristica questa che, per le prestazioni di particolare complessità e rischio, ha un impatto sulla sicurezza e sull’efficacia degli interventi.
Il Pne mostra un quadro trentino decisamente positivo confermando, anche per il 2016, alcuni trend di allineamento agli standard nazionali e di miglioramento in campo ortopedico (per esempio i pazienti anziani con frattura di femore operati entro i due giorni), ostetrico (ad esempio ridotta proporzione di parti con taglio cesareo primario, elevata proporzione di parti vaginali dopo il cesareo), chirurgico (come ad esempio basse mortalità, degenze post-operatorie inferiori ai 3 giorni nella colecistectomia laparoscopica), ospedalizzazioni (ad esempio broncopneumopatia cronica ostruttiva, scompenso cardiaco, gastroenterite pediatrica).