Trento - Agricoltori e animalisti alla prova del dialogo. Tutti consapevoli che la convivenza uomo-animale è l’unica strada possibile. Presso la sede della Cia si è tenuto un incontro a cui hanno partecipato il presidente CIA Paolo Calovi, Adriano Pellegrini, presidente di PAN-EPPAA, Ente Provinciale Protezione Animali e Ambiente, l’apicoltore Cristiano Zambotti, l’allevatrice Marisa Corradi e il malghese Luigino Cracco.
Si è svolto un incontro civile tra le parti più sensibili al problema della convivenza fra il mondo agricolo e i grandi carnivori, ma anche del peso di ungulati, lepri ed avifauna e cioè l’agricoltura e l’ambientalismo.
Si è provato a colloquiare nella volontà di trovare dei punti di contatto, benché non facili. Le richieste e le visioni sono diverse, ma entrambe le parti sentono forte la necessità di collaborazione operativa.
Il confronto di oggi è stato animato, tutti i partecipanti hanno espresso le loro posizioni senza voler prevaricare ad ogni costo, ma hanno dialogato in modo equilibrato.
Paolo Calovi ha introdotto la discussione esplicitando la necessità impellente da parte degli allevatori e degli agricoltori di trovare risposte ad alcuni problemi seri che affliggono il loro quotidiano causati dalla convivenza uomo-animale. Oltre ai danni economici, si tratta anche di abbandono del territorio, di aspetti emotivi, di necessità di rassicurazione.
Marisa Corradi, allevatrice a Lavarone, invitata a riportare la propria esperienza, racconta di come gli animali che alleva sono ormai parte della sua famiglia. «Si instaura un legame affettivo, li chiamiamo per nome, crescono e vivono con noi e diventa una sofferenza vederli morire anche nel caso di morte naturale, figuriamoci se per una predazione».
Luigino Cracco, malghese di malga Millegrobbe di Sopra, è stato chiamato a raccontare un incontro con il lupo. Dopo più di quaranta stagioni in malga, l’anno scorso ha visto tre lupi sbranare una manza ancora viva. A queste condizioni vede difficile continuare una monticazione per così tanti mesi come avveniva in passato e già ora tiene alcune bestie chiuse in stalla.
Cristiano Zambotti, apicoltore di Fiavè, spiega che i recinti elettrici funzionano ma implicano un carico di lavoro non indifferente: «Noi abbiamo 10-12 recinti dislocati in più luoghi, bisogna fare controlli continui, ci sono rotture, rami che cadono, furti di batterie. Nonostante ciò negli ultimi anni abbiamo avuto più di dieci incursioni. Dico sempre che l’orso è un progetto di tutti, ma la fatica e l’impegno per preservarlo non deve essere solo a carico nostro: ci sono spese ma anche tempo perso, produzione persa».
L’animalista Adriano Pellegrini fin da subito ha voluto sottolineare l’urgenza di fare informazione su questi temi, informazione corretta e a tutti. Bisogna sradicare alcune cattive pratiche sia nei residenti sia nei turisti, come ad esempio dare cibo ai selvatici o abbandonare rifiuti.