Il convegno è stato messo a punto dall’Osservatorio permanente sulle libertà fondamentali, tra i promotori l’esponente del Carroccio Armando Siri e il critico d’arte e senatore Vittorio Sgarbi che fin dalle prime settimane di emergenza si è schierato apertamente contro le decisioni adottate dalle istituzioni.
Oltre a un chiaro richiamo al senso di libertà, l'incontro ha visto la partecipazione di Matteo Salvini, che non ha nascosto il proprio punto di vista - in continuità con quanto accade da giorni, col leader della Lega a stretto contatto con cittadini nei vari appuntamenti elettorali in tutta Italia - e non ha indossato la mascherina nonostante l'invito a metterla da parte del funzionario del Senato in aula: "C’è la sensazione di essere in un ritrovo di carbonari, di negazionisti. Ma la libertà di pensiero è il primo bene a rischio qui in Italia: io però se uno mi allunga la mano per salutarmi, mi autodenuncio e la mano gliela do comunque. Basta coi bollettini del contagio: sono terrorismo mediatico. Il saluto con il gomito è la fine della specie umana, io mi sono rifiutato, piuttosto non saluto. Se uno mi si avvicina e mi porge la mano io commetto reato e gli stringo la mano, lo confesso. Ho visto una signora entrare in acqua, al mare, con la mascherina, allora vuol dire che c'è da fare lavoro di recupero importante, un lavoro culturale".
Gli appelli a riaprire le scuole, un richiamo al senso di libertà costituzionali ancora messe in un cassetto e a un ritorno quantoprima alla normalità sono stati dati trasversalmente anche dai giuristi e costituzionalisti Sabino Cassese e Michele Ainis, il primario Alberto Zangrillo, il tenore Andrea Bocelli e il filosofo Bernard-Henri Levy che in un videomessaggio non ha usato mezzi termini: "Stiamo uscendo da questa crisi sanitaria con un'epidemia di stupidità, di autoritarismo, di odio della libertà. È abbastanza inquietante e incredibile come un po’ ovunque ci siamo piegati alle restrizioni. Va bene le misure per il contenimento, ma non si possono alzare delle barriere tra le persone. La facilità con la quale sono state prese certe decisioni hanno comportato una riduzione delle libertà".