Il progetto di Cantina Toblino dimostra come, con le giuste tecnologie e la giusta consulenza strategica – in questo caso offerta da Si-Net, uno degli innumerevoli partner dell’ecosistema Microsoft attivi sul territorio – anche le realtà locali possano partecipare alla sostenibilità della filiera e alla crescita del Paese. Facendo leva sul Cloud Computing e sugli strumenti di collaborazione digitale integrati in Microsoft Teams è stato possibile dar vita a un’esperienza di degustazione enogastronomica virtuale per valorizzare i prodotti della tradizione trentina anche all’estero. Un caso che dimostra la tenacia delle PMI del Paese, per cui arrendersi non è un’opzione”, ha commentato Luba Manolova, direttore della Divisione Microsoft 365 di Microsoft Italia.
L’utilizzo di Teams da parte di Cantina Toblino si colloca in un percorso pluriennale di trasformazione digitale che ha fatto leva in primis sull’adozione, insieme al partner trentino MPA Solutions e a Si-Net, dell’ecosistema cloud per la produttività Microsoft 365, il quale racchiude in un ambiente integrato le migliori app di Office, servizi cloud intelligenti e sicurezza avanzata. Parte di questa piattaforma, Microsoft Teams abilita la collaborazione da remoto e, tra le molteplici funzionalità, integra in un unico strumento la possibilità di effettuare riunioni online, creare eventi in diretta, condividere documenti e lavorarci a più mani in tempo reale, chattare e interagire ovunque e in qualunque momento. Ulteriori informazioni su Microsoft Teams sono disponibili qui.
CANTINA TOBLINO & LA LINEA VENT
Cantina Toblino, cuore della viticoltura in Valle dei Laghi, nasce nel 1960 per volere di un gruppo di appassionati viticoltori che intravidero la grande vocazionalità vitivinicola della Valle dei Laghi. Ad oggi, i soci-viticoltori sono oltre 600 con quasi 850 ettari vitati. L’attenzione che prestano quotidianamente alla cura del vigneto è elevata, un lavoro manuale continuo che richiede passione, pazienza, grande dedizione e formazione continua. Da oltre 20 anni, Cantina Toblino gestisce i terreni della Mensa Vescovile, un unico blocco di 40 ettari a conduzione diretta, da anni coltivati secondo i principi della viticoltura biologica. Oggi oltre un terzo dei vigneti dei soci di Cantina Toblino sono convertiti al biologico prestando grande attenzione all’ambiente, alle persone e alla cura del vigneto producendo uve di altissima qualità, base fondamentale per i vini.
In questo contesto, nasce il progetto “Vènt” con l’ambizione di esprimere al meglio l’identità dei vini della Valle dei Laghi ed il savoir-faire di Cantina Toblino, il biologico inteso come espressione di qualità e salvaguardia territoriale. I laghi nel nome, il vento nell’identità. Un connubio inscindibile, che rende la Valle dei Laghi quanto di più variegato consenta il paesaggio alpino. Tracce indelebili di ataviche mutazioni. Acqua, rocce, aria. Miscelati chissà come e quando, fino a formare scenari di un habitat apparentemente omogeneo, in realtà tutto da scoprire. Mescolati ancora, con l’opera dell’uomo, del suo costante lavoro. Opera muta, spesso dimenticata, ma che ha forgiato la vallata: l’ha fatta ‘genius loci’. Con quale ‘genialità del sito’? Quella di essere una zona che consente d’intuire, intravedere nel paesaggio atmosfere incomprese. Vedi, ammiri, il panorama ti sembra omologo e in realtà è un trionfo della diversità. Quella che affascina per la spontaneità; per come i confini s’intersecano tra acqua e cielo, terre e pareti rocciose, tutte sfumate, l’una nell’altra. Con archetipi naturali decisamente significativi. Che testimoniano una tradizione agricola, una storia intrecciata con viti e vite, tra conservazione e innovazione. In quanto la valle punta sulla tradizione per sviluppare la sua fisionomia, applicando (quasi) inconsciamente il significato meno noto della parola ‘tradizione’. Quella dal latino ‘tradizio’, derivazione greca di ‘tradere’, vale a dire consegnare e trasmettere significati che hanno legami con il concetto di ‘tradimento’. Anche se questo è inteso come una ‘consecutio’ della specificità ambientale, per affermare il valore identitario di tutto quanto è legato, è vicino alla propria origine, per ‘aprire alla luce la terra natale’.
Lecci, ulivi, soprattutto viti. Poche altre località alpine possono vantare un culto della vite così singolare. Viti e vini di un luogo, tra acque e brezze benefiche. Una vallata dove i filari quasi si confondono nell’azzurro degli specchi d’acqua e il terso cielo blu alpino. Viti da secoli coltivate su campi strappati alla montagna. Su terrazzamenti che hanno fortunatamente impedito lo sfruttamento intensivo del territorio. Qui non si vedono vigneti senza imperfezioni. L’estetica è ancora frutto della mano dell’uomo, del vignaiolo. Mano sicura ha piantato ‘ad occhio’ il filare, rispettato il crinale della collina, la (giusta) direzione dell’esposizione verso il sole del pomeriggio. Ecco perché tuttora in questa vallata i vini si distinguono in quanto raccontano il territorio dove nascono. Racchiudono saperi. Non solo sapori. Ma come capire questa vallata? Basta lasciarsi guidare dal paesaggio. Usando il vento, l’Ora. Vènt, brezze, folate che trasmettono voci, suoni, condizionano microclimi, e quindi colture e culture.
Vènt, un progetto che parte dalla vite per ottenere uve di qualità eccellente, si conclude in cantina, tra le botti in rovere francese, le anfore di terracotta. Un progetto che nasce dalla passione dell’uomo, in vigna e in cantina, e che si concretizza nell’assaggio, un momento indimenticabile impresso nella mente.
In particolare:
Dal vento inizia tutto, l’identità di un territorio come la Valle dei Laghi, Foll è lo Chardonnay, unico, complesso, vivace ed elegante;
La pietra, come elemento fondante del terreno su cui crescono le viti, Las è il Lagrein rotondo, corposo, tenace;
L'attaccamento alla storia, rappresentato da un capitello che delimita i vigneti, Praàl è il Pinot Bianco incredibilmente armonioso;
L’importanza delle persone, l’apertura a ciò che viene da fuori e che all’inizio non conosciamo, Da Fòra è il Manzoni Bianco intrigante, profumato, nuovo;
La passione, dalla vigna al calice, percepibile nell’aria fresca in Valle dei Laghi, Baticòr è il Pinot Nero elegante, delicato e raffinato;
Vini che vanno a completare una gamma composta da Largiller e L’Ora, vini che hanno saputo reinterpretare e valorizzare le qualità dell’unico vitigno bianco autoctono trentino la Nosiola e Limarò frutto della tradizionale tecnica dell’appassimento;
Ha il fascino dell’esclusività, nettare raro, unico, memorabile. Talmente impareggiabile da essere tutelato come ‘vino a rischio d’estinzione’: è il Vino Santo Trentino. Pochi altri vini possono vantare nel nome una parola che evoca sogni, rilancia momenti di piacevolezza, soddisfa il presente recuperando il passato e – contemporaneamente – rilancia il futuro. Ecco il Vino Santo trentino è l’insieme di tutto questo, e non solo.
L’idea alla base di tutti questi vini è sorprendere sin dal primo assaggio portando alla mente ricordi della Valle dei Laghi, dei suoi idilliaci paesaggi, di un’aria salubre e fresca, in cui crescono le viti di Cantina Toblino, coltivate giorno per giorno con grande passione.