Vermiglio - “Non mi pongo limiti: voglio vincere il Mondiale in Val di Sole”. In un Paese in fase di ripartenza, ma allo stesso tempo lacerato dagli effetti della pandemia da COVID-19, trovare un atleta di quasi 29 anni (li compirà domani) con un tale bagaglio di certezze è fatto più unico che raro. Foto di Michele Mondini.
E se quell’atleta si chiama Gerhard Kerschbaumer ed è attualmente il numero uno in Italia nella Mountain Bike, il movimento ciclistico nazionale ha un motivo per sorridere, nonostante la ripartenza della stagione delle ‘ruote grasse’ stia prendendo forma molto lentamente.
“La situazione è molto difficile da inquadrare. È chiaro che allo stato attuale è già saltata buona parte della stagione. Esordirò alla Swiss Bike Cup: sono felice di ritrovare avversari del calibro di Schurter, Tempier, Flückiger e Marotte. Sarà un bel test”.
‘Gery’, come tutti i suoi colleghi, ha incassato il colpo delle nuove cancellazioni nel calendario di una Coppa del Mondo ridotta all’osso. Al momento soltanto Nove Mesto (Repubblica Ceca) ha confermato il proprio appuntamento, posizionato proprio alla vigilia del Mondiale di Leogang, in Austria, nuova sede iridata anche per il Cross Country dopo la rinuncia di Albstadt (Germania). "È strano prepararsi nella completa incertezza – spiega l’altoatesino - ma non abbiamo alternative: Nove Mesto e Leogang sembrano voler confermare i rispettivi appuntamenti. In queste gare di fatto ci giochiamo la stagione”.
Una situazione che preoccupa anche per lo scenario futuro della Mountain Bike. “Inutile girarci attorno, qualche sponsor potrebbe gettare la spugna nei prossimi mesi e alcune piccole società rischiano di scomparire. Le grandi squadre e organizzazioni di eventi, seppur a fatica, incasseranno il colpo e ripartiranno, ma la crisi economica investirà chi è meno strutturato”.
“È un vero peccato perché il movimento italiano della Mountain Bike era in decisa crescita – continua Kerschbaumer - con tanti giovani forti e competitivi. Come ha sottolineato il nostro coordinatore Davide Cassani, gli effetti sul movimento giovanile potrebbero essere devastanti.