ROVERETO (Trento) - Si svolta questa mattina nella sala del consiglio di Palazzo Pretorio in piazza Podestà a Rovereto la tradizionale cerimonia commemorativa dedicata alla memoria di Fabio Filzi, il martire roveretano giustiziato assieme a Cesare Battisti per alto tradimento il 12 luglio 1916 a Trento nella fossa del Castello del Buon Consiglio.
Avvocato, nel corso della Prima Guerra mondiale Filzi si schierò come volontario dalla parte dell’esercito italiano, una scelta che coronava il suo impegno irredentista che aveva abbracciato fin dalla prima giovinezza. “Un uomo che per i suoi ideali ha dato quello che aveva di più prezioso: la propria vita”, ha ricordato il vice presidente del Mitag Silvio Rosina al momento del discorso introduttivo. Alla cerimonia hanno partecipato sempre per il Museo della Guerra il direttore Francesco Frizzera, Mauro Bondi in rappresentanza dell’Ana di Trento, il sindaco Giulia Robol e l’assessora alla promozione artistica e culturale Micol Cossali per il Comune di Rovereto.
“Queste celebrazioni sono occasioni di conoscenza, di memoria, ma permettono soprattutto di indagare attraverso la ricostruzione storica l'identità di un territorio che si è andata costruendo anche attraverso aspri e sanguinosi conflitti, una storia che si deve riflettere nel vissuto del presente, come simbolo e stimolo per le nuove generazioni e per quello che noi vogliamo lasciare come messaggio culturale. Lo stesso territorio da questi episodi è diventato poi un territorio che ha costruito il suo percorso istituzionale e politico, in un desiderio di cultura e dialogo tra sentimenti di appartenenza diversi”, ha dichiarato il primo cittadino.
Il direttore Frizzera ha invece annunciato per il prossimo autunno, sempre a proposito di Fabio Filzi, un importante iniziativa storica e culturale che ha preso il via nel 2016 e che ha per oggetto la pubblicazione nelle collane del Museo di un saggio storico sulla famiglia Filzi e dell’intero epistolario del martire irredentista: “una figura che più delle altre è entrata nel panorama della memoria, anche monumentale, ma che le lettere permettono di inserire in un contesto sociale e familiare caratterizzato da scelte analoghe”. Epistolari che “restituiscono al di fuori del mito la dimensione umana delle scelte, e quanto queste potessero essere più travagliate e meno descrivibili in termini di bianco e nero di quanto non si faccia nelle commemorazioni”, ha aggiunto Frizzera.
Al termine degli interventi delle autorità, sulle note della tromba di Massimo Simoncelli, una corona di alloro è stata deposta al monumento antistante il Municipio dedicato alla memoria di Damiano Chiesa e Fabio Filzi.