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L'Agenda delle Valli

Trento, Eucarestia per l’elezione del nuovo Papa

06/05/2025 19:30 - 06/05/2025 23:30
Trento - Testo dell’omelia dell’arcivescovo di Trento monsignor Lauro Tisi nella S. Messa “Per l’elezione del Papa”
Voi opponete sempre resistenza allo Spirito Santo… (At 5,51)
Le forti e dure parole di Stefano valgono anche per noi, per la nostra Chiesa. Il nostro argomentare circa il futuro delle comunità, sembra aver dimenticato, ci ricorda ancora il testo degli Atti, “i cieli aperti e il Figlio dell’uomo collocato dalla Risurrezione alla destra di Dio”. 
Senza rendercene conto, di fatto per noi il cielo è chiuso e ci interpreta la folla del Vangelo che sfida il Maestro domandando segni e prodigi. Il clima che accompagna questi giorni di discernimento in attesa del nuovo pastore della Chiesa universale, più che dalla gioia e dall’intensità della preghiera, è segnato dal gossip circa l’identità del nuovo Papa.
Egli, pieno di Spirito Santo, fissando il cielo vide la gloria di Dio (At 5,55)
Anche la nostra Chiesa può fare propria l’esperienza di Stefano. La gloria di Dio, il cielo aperto dove fissare lo sguardo è sempre in mezzo a noi. Non mi stancherò di ripeterlo: è Gesù e la sua splendida umanità in cui abita la pienezza di Dio. Sarà ancora lui ad incalzare il nuovo pastore della Chiesa universale con la domanda: “Mi vuoi bene?”.  Preghiamo con tutte le forze perché egli possa rispondere, come il pescatore di Galilea: “Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene” (Gv 21,17b) 
Questo e nient’altro gli verrà domandato. Non di essere un abile stratega geopolitico, non di essere un formidabile leader carismatico. Nulla di questo. Semplicemente, di voler bene al Vivente che siede alla destra del Padre.
Papa Francesco questo ci ha fatto vedere: i suoi interventi in ordine alla pace, alla custodia del Creato, alla fraternità universale, all’attenzione agli ultimi, altro non erano che figli del suo frequentare con passione e intensità il volto di Gesù. 
Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai (Gv 6,35) 
Attendiamo il nuovo pastore nel Giubileo della speranza. In queste ore molti si domandano quale sarà il futuro della Chiesa, quali le sfide principali che il nuovo Papa dovrà affrontare. Interrogativi comprensibili e legittimi, tuttavia c’è un rischio, che sfocia nell’ingenuità: immaginare di caricare su quest’uomo il peso di tali sfide e la loro taumaturgica soluzione.
Il futuro della Chiesa e dell’umanità è nelle mani solide e sicure del Risorto, che, viandante premuroso, cammina accanto a noi come ai due di Emmaus. È lui il vero Pellegrino della speranza che, come ci ha richiamato più volte papa Francesco, è Dio per tutti e di tutti. 
Anche il nuovo Papa, come tutta la Chiesa, ha bisogno di essere avvicinato dalla Parola del viandante di Emmaus per poter, come i discepoli smarriti, lasciarsi scaldare il cuore e liberare il grido: “Resta con noi perché si fa sera”. 
Non lasciamo solo il nuovo pastore della Chiesa. Come ci ammoniva ogni domenica papa Francesco, non dimentichiamoci di pregare ogni giorno per lui. 
Ultimo aggiornamento: 06/05/2025 19:01:11