PIEVE DI LEDRO(Trento) - Continua la proficua collaborazione tra Fondazione Ledro, Fondazione Caritro e Museo Foletto. Martedì 10 giugno, a Pieve di Ledro, il filosofo della biologia Telmo Pievani ha tenuto la conferenza intitolata “L’invenzione del maschio”, organizzata all’interno del progetto “Paridee, storie e idee per la parità di genere”.
Come ha spiegato Pievani, recenti scoperte antropologiche rivelano che i padri che si prendono cura dei figli, ad esempio usufruendo del congedo di paternità, subiscono cambiamenti non solo psicologici e comportamentali, ma anche ormonali. Questo suggerisce che biologia e cultura siano profondamente intrecciate. Il patriarcato, come la schiavitù o la guerra, è un'invenzione culturale che ha a lungo represso capacità genitoriali già presenti nei maschi. Dunque, attribuire certe caratteristiche agli uomini o alle donne come “naturali” può essere fuorviante e rischia di giustificare stereotipi. In natura prevale la diversità, e ogni individuo è il frutto unico di molteplici differenze. La biologia, più che imporre regole fisse, apre a molte possibilità.
In apertura di serata, il presidente della Fondazione Ledro, Claudio Collotta, ha ringraziato tutti gli enti e le persone che hanno reso possibile questo evento: «Attivando collaborazioni con strutture a noi affini e ponendo grande attenzione ai bisogni del nostro territorio, riusciamo a portare in valle eventi di altissimo livello. Mostre, iniziative e relatori che normalmente si possono incontrare e apprezzare solo in fondovalle e nei centri maggiori. È dunque una linea che, visto anche il successo di pubblico, contiamo di seguire ancora nell’operato della nostra Fondazione». Temi condivisi appieno dalla direttrice di Caritro Anita Penati, anche lei presente alla serata.
Emozionanti anche gli altri momenti di riflessione. Il poeta locale Luciano Daldoss ha letto alcuni suoi componimenti dedicati alla natura e al mondo femminile, in linea col tema della serata, incentrata sulla parità di genere. Interessante il racconto di Lucia Minari, direttrice del Museo Foletto, che ha proposto un ricordo della bisnonna, Maria Passarini, imprenditrice dei primi del Novecento e capace dunque di far valere, anche in quegli anni, le proprie capacità.