Il futuro del ladino: una lingua, la sua gente e le sfide per il domani
Inizio:
06/06/2025 dalle ore 09:30
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Fine:
06/06/2025 alle ore 10:00
IT
“Cie é pa n standard te n lingaz? Storia, endesfides, aspetatives y davegnì dl ladin”, ovvero “Cos'è uno standard in una lingua?” Storia, sfide, aspettative e futuro del ladino” è il titolo dell’incontro-laboratorio previsto per il 6 giugno 2025, a partire dalle 9.30, presso la sede dell’Istituto Culturale Ladino “Majon di Fascegn” a San Giovanni di Fassa. Sarà una giornata di lavori durante la quale verrà spiegato cos’è una lingua standard, le ragioni per cui è utile per le lingue minoritarie e la storia dello standard ladino, conosciuto anche come ladino dolomitico.
Quando si parla di ladino, non ci si riferisce soltanto a una singola variante. Il ladino parlato nelle valli dolomitiche intorno al gruppo del Sella è composto da una moltitudine di idiomi – fassano, fodom, badiotto, gardenese, ampezzano – e da ulteriori sotto-varianti di valle – brach, moenat, cazet, mareo e così via. Tuttavia, il ladino ha radici comuni che permettono di capirsi reciprocamente e di ritrovare in esso un idioma unico. Si tratta di una polinomia che è una grande ricchezza a livello di espressioni, parole e suoni – un patrimonio che, ovviamente, non va perso.
Allo stesso tempo, però, affinché una lingua piccola come il ladino possa sopravvivere, è necessario che sia rafforzata e sostenuta da una lingua unificata, che riunisce e tutela tutte queste varianti: in linguistica si parla di “lingua tetto” in italiano, o “Dachsprache” in tedesco. Si tratta appunto di una lingua standard, usata principalmente in forma scritta, nella quale i parlanti delle diverse varianti ladine in questo caso, si riconoscono, soprattutto quando la lingua è usata fuori dalle valli, nei documenti, nei testi ufficiali che riguardano tutti i ladini, oppure nei rapporti con le autorità regionali o nazionali, o addirittura a livelli ancora più alti.
L'iniziativa è aperta al personale delle istituzioni ladine, ai giornalisti, alla Fondazione Dolomiti Unesco, ai rappresentanti di Euregio e Eusalp, agli operatori linguistici della pubblica amministrazione, agli insegnanti delle scuole ladine, ai giovani – il futuro del ladino – e a tutti gli interessati.
Un esempio concreto: quando la Fondazione Dolomiti Unesco richiede una traduzione per un sito o un documento culturale che riguarda i territori ladini, la domanda che sorge è sempre: quale ladino usare? E soprattutto come scriverlo affinché tutti possano riconoscersi, pur sentendo la leggerezza della lettura nella propria variante. Una questione curiosa per chi non si è mai imbattuto in questi temi, ma anche una sfida importante quando emerge il bisogno. I ladini, che hanno sempre custodito la propria identità e cultura, devono potersi esprimere e riconoscere anche in una lingua propria di riferimento.
Di questo e di molte altre curiosità si parlerà nell’incontro del 6 giugno, inserito nel quadro delle celebrazioni per il 50° anniversario della Majon di Fascegn, con la collaborazione della Direzione istruzione, formazione e cultura ladina di Bolzano, dell’Istituto Ladino Micurá de Rü della Val Gardena e della Val Badia e dell’Istituto Ladino Cesa de Jan del Livinallongo e con l’appoggio finanziario della Regione autonoma Trentino-Alto Adige/Südtirol.
Durante la mattinata si affronterà il tema della pianificazione linguistica, si discuteranno le opportunità e i rischi di una lingua standard con riferimento al ladino dolomitico, alla sua storia e al suo percorso.
Nel pomeriggio l’incontro proseguirà con lavori di gruppo e laboratori, nei quali i partecipanti avranno modo di approfondire il tema e di elaborare idee e prospettive per il futuro. La giornata sarà accompagnata da testimonianze provenienti da altre realtà linguistiche minoritarie, come quella sarda e friulana, e da esperti sociolinguisti che parteciperanno attivamente portando il loro punto di vista e stimolando riflessioni e sintesi.Inoltre, durante l’incontro, un visual recorder trasformerà in disegno le discussioni in modo semplice e piacevole, con l’obiettivo di aiutare a comprendere e focalizzarsi su contenuti complessi ma attuali e importanti.
L'evento fa parte anche di “Archivissima 2025”, l’iniziativa nazionale per la valorizzazione degli archivi, con sede a Torino, che si svolgerà dal 5 all’8 giugno e che quest’anno ha come tema “i futuri possibili”. La Majon di Fascegn, insieme ai suoi partner, ha proposto dunque il futuro della lingua ladina, archivio vivente di varianti e idiomi diversi, che si confronta e si orienta verso un futuro sostenibile e unitario per poter sopravvivere.
Ultimo aggiornamento:
03/06/2025 20:27:28