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Coronavirus: il Piano di riorganizzazione della rete assistenziale territoriale della Provincia di Trento

venerdì, 18 settembre 2020

Quando:
28 settembre 2020@20:00–21:00 Europe/Rome Fuso orario
2020-09-28T20:00:00+02:00
2020-09-28T21:00:00+02:00

Approvato oggi dalla Giunta provinciale uno strumento fondamentale per gestire l’emergenza da Coronavirus. Si tratta del Piano di potenziamento e riorganizzazione della rete assistenziale territoriale della Provincia il cui impegno di spesa annuo è stimato in complessivi 13.709.527,27 euro a fronte di un finanziamento statale complessivo per la Provincia di Trento sull’anno 2020 pari a 13.322.284 euro.
Il Piano, nel quale si stima l’assunzione a tempo indeterminato di una sessantina di figure fra infermieri, medici e altro personale, prevede l’implementazione del sistema di accertamento diagnostico, di monitoraggio e sorveglianza non solo della circolazione del virus, ma anche dei casi confermati e dei loro contatti per intercettare tempestivamente eventuali focolai di trasmissione del virus. Fondamentale risulta poi assicurare sempre più la presa in carico precoce dei pazienti contagiati e di quelli in isolamento, potenziare l’assistenza domiciliare con la previsione graduale della reperibilità notturna e quella infermieristica con l’introduzione della nuova figura dell’infermiere di famiglia/comunità.
Cuore del Piano poi il coordinamento unitario, anche tramite la Centrale Operativa provinciale e le Unità speciali di continuità assistenziale, che consente di condividere indicazioni, protocolli, indirizzi, dati e risorse anche strumentali in maniera tempestiva e capillare da parte di tutti gli operatori, fornendo contestualmente informazioni e orientando l’utenza verso i percorsi corretti.

Ecco nel dettaglio le aree di intervento del Piano:
Identificazione e sorveglianza attiva nella popolazione generale e nelle RSA
Costo annuo previsto: 5,6 milioni di euro di cui 1 milione per per assunzioni a tempo indeterminato (5 medici+2 infermieri+4 di altro personale), 2,5 milioni di euro per assunzioni a tempo determinato e i rimanenti per altri costi.
Per gestire l’eventuale nuova fase pandemica il Dipartimento di Prevenzione e le UU.OO di Cure primarie vengono dotate di équipe dedicate a cui affidare rispettivamente:
l’attività di monitoraggio quotidiano dei casi, di contact tracing e di identificazione precoce e spegnimento dei focolai attraverso gli strumenti di tracciamento, isolamento fiduciario e quarantena e l’attività di diagnosi e di screening tramite l’esecuzione di tamponi virologici (Dipartimento di prevenzione);
la presa in carico dei pazienti a domicilio (Cure primarie).
Per le RSA, il modello di gestione sanitaria richiede un ripensamento nei modelli di governance e assistenza a livello provinciale puntando a una maggior qualificazione e integrazione organizzativa a livello provinciale. Saranno individuati in APSS specifiche funzioni di supporto clinico-organizzativo di sanità pubblica a favore delle RSA afferenti sia alla direzione sanitaria che al Dipartimento Prevenzione. A livello di RSA l’intervento prioritario riguarda la funzione di direzione sanitaria delle strutture. In prospettiva, il modello dovrà evolversi garantendo una crescente integrazione delle competenze clinico-assistenziali, ovvero un continuum tra funzione territoriale e residenziale.
Potenziamento assistenza domiciliare
Costo annuo previsto: 800mila euro per assunzioni a tempo indeterminato (17 infermieri).
Al fine di migliorare la risposta assistenziale ai pazienti fragili e pazienti Covid positivi che richiedono monitoraggio clinico continuativo, si realizzerà il potenziamento dell’assistenza dell’assistenza infermieristica domiciliare, attualmente garantita dalle 8.00 alle 20.00, 7 giorni su 7 con presenza differenziata nei diversi territori. E questo grazie all’introduzione progressiva della reperibilità notturna dalle ore 20.00 alle ore 8.00 a favore di pazienti selezionati (instabili, a rischio di scompenso, terminali, etc), attivabile attraverso la centrale operativa 116117.
Rafforzamento dei servizi infermieristici territoriali – infermiere di famiglia
Costo annuo previsto: 2,6 milioni di euro, di cui 1,2 per assunzioni a tempo indeterminato (21 infermieri) e 1,4 milioni di euro per assunzioni a tempo determinato (30 infermieri).
Con l’introduzione dell’infermiere di famiglia o di comunità si persegue l’obiettivo, nelle fasi di emergenza, di rafforzare i servizi infermieristici e di potenziare la presa in carico sul territorio dei soggetti infettati da SARSCoV-2, anche coadiuvando le Unità speciali di continuità assistenziale (USCA) e i servizi offerti dalle cure primarie.
Tale figura fortemente orientata alla gestione proattiva della salute, in prospettiva opererà rispondendo ai bisogni di salute della popolazione di uno specifico ambito territoriale e comunitario di riferimento, favorendo l’integrazione sanitaria e sociale dei servizi, fornendo prestazioni dirette sulle persone assistite qualora necessarie. Si aggiunge inoltre ed integra la presenza infermieristica nei servizi cure domiciliari.
Potenziamento delle unità speciali di continuità assistenziale (USCA)
Costo annuo previsto: euro 1 milione di euro di 850mila per assunzioni a tempo determinato di medici della continuità assistenziale e i rimanenti per assunzioni di assistenti sociali.
Al fine di consolidare ed integrare il modello attivato in corso di epidemia, viene prorogata l’esperienza delle USCA attivate ancora nel marzo 2020 fino al termine dello stato di emergenza per la pandemia da Covid19, prevedendo complessivamente la destinazione di 16 medici e l’inserimento di 5 assistenti sociali a tempo determinato; questi ultimi andranno a integrarsi con il modello sperimentale di Spazio Argento ove attivato.
Centrale operativa provinciale e numero europeo armonizzato 116117
Costo annuo previsto: 2,7 milioni di euro di cui 400mila euro per assunzioni a tempo indeterminato (10 unità di personale laico), 700mila euro per assunzioni a tempo determinato (15 unità di altro personale) e 1,6 milioni per infrastruttura.
La Centrale operativa 116117, prevista con deliberazione lo scorso 17 luglio, nell’attuale contesto di emergenza pandemica, assorbirà anche le competenze della centrale operativa prevista dal “Decreto Rilancio”, in particolare svolgendo le funzioni in raccordo con tutti i servizi e con il sistema di emergenza urgenza, anche mediante strumenti informativi e di telemedicina.



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