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Lunedì, 15 febbraio 2021

Lockdown, cambi di colore e blocco dello sci: vertice e conta dei danni in Lombardia. Garavaglia: "Stagione finita, programmare il futuro"

Ponte di Legno - "Il Governo riveda modalità e tempi con cui si decidono i cambiamenti di colore e le riaperture, così è schizofrenico e non va nella direzione di contrastare efficacemente epidemia". Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana che, con il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia e gli assessori Lara Magoni (Moda, Marketing territoriale e Turismo) e Massimo Sertori (Montagna ed Enti locali), e il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio ha incontrato i gestori degli impianti sciistici per fare il punto della situazione sulle attività dei comprensori sciistici e le conseguenti ripercussioni provocate dalla decisione di ieri di procrastinare al 5 marzo l'apertura degli impianti di risalita nelle località montane.


"Abbiamo ascoltato il grido di dolore di tanti operatori - ha spiegato Fontana - dei sindaci e dei rappresentanti delle Comunità montane. Ci hanno espresso la loro angoscia e disillusione perché questo può essere davvero un colpo decisivo per le sorti di tanti comprensori".


"La contestazione principale - ha chiosato Fontana - è anzitutto al metodo. Meno di una settimana fa il Cts aveva dato il via libera alla riapertura degli impianti, i gestori si erano attrezzati e noi avevamo emesso un'ordinanza per riprendere le attività sciistiche nel rispetto delle regole concordate fra Regioni, Governo e Cts. La nostra, in particolare, prevedeva riaperture al 30%. Purtroppo all'ultimo momento è arrivata questa doccia gelata che ha bloccato la ripartenza. Da parte di tutti si sono sollevate una serie di richieste, di ristori e di risarcimenti del danno".


Secondo il ministro del Turismo Massimo Garavaglia "è evidente che la stagione sciistica è finita". Garavaglia lo ha detto commentando l'ordinanza. "Abbiamo sentito gli operatori - ha chiarito -. Pensare di mettersi in campo dopo il 5 marzo senza certezze oggettivamente non ha senso. Stiamo già raccogliendo le prime istanze concrete ed è importante inserirle nel decreto Ristori".


"La montagna è stata dimenticata. C'è stato un danno per una scelta del governo e i danni vanno indennizzati, non parliamo solo di ristori ma danni creati da queste scelte. Guardando avanti, va programmato il futuro per rilanciare il settore in vista dell'estate e del prossimo inverno con un percorso condiviso di programmazione per tutto il mondo della montagna. Responsabilità di tutto il Governo? Il sistema al momento non funziona, per come è ora un ministro può decidere in autonomia con una propria ordinanza", conclude facendo riferimento all'ordinanza con cui Speranza ha bloccato la riapertura degli impianti, scaricando dunque le responsabilità sul ri-confermato ministro del Governo Draghi.


L'INTERVENTO DI GARAVAGLIA, 4.5 MILIARDI DI DANNI


Risposte immediate, indennizzi concreti, politiche del lavoro adeguate per gli 'stagionali' rimasti fermi a causa della chiusura degli alberghi per oltre 10 mesi, nuove modalità di programmazione per le scelte dell'Esecutivo nazionale e recupero della competitività del sistema Montagna, fondamentale per il turismo italiano.


Questi i punti essenziali dell'intervento del ministro per il Coordinamento di iniziative del settore del Turismo, Massimo Garavaglia, intervenuto in conferenza stampa a Palazzo Lombardia insieme al presidente Attilio Fontana e agli assessori regionali Massimo Sertori (Montagna ed Enti locali) e Lara Magoni (Turismo, Marketing territoriale e Moda).


Garavaglia ha apprezzato la massima operatività della riunione convocata dal governatore Fontana ed alla quale ha partecipato, in collegamento, anche il ministro per gli Affari regionali Mariastella Gelmini.


"Abbiamo voluto capire l'entità del danno subito dagli operatori della montagna - ha detto Garavaglia - a causa della scelta del Governo: i danni vanno indennizzati, non si parla di ristori. Abbiamo raccolto suggerimenti concreti per poter dare una risposta subito, già nel prossimo decreto. Sappiamo che è in arrivo il Decreto 'ristori quinquies': le prime risposte devono essere contenute nel testo del Decreto in modo siano operative da subito e non in sede di conversione, con gli emendamenti, perché si perderebbe altro tempo".


"In un documento condiviso dalle Regioni la valutazione del danno, esclusi gli impianti e le funi - ha evidenziato il ministro Garavaglia rispondendo alle domande dei giornalisti - è di circa 4,5 miliardi. E' stata portata all'attenzione del precedente Governo e già depositata, va data una risposta.

A queste vanno aggiunte le risorse per gli impianti, va fatta una valutazione e una quantificazione concreta. Sicuramente una quota importante dei 32 miliardi previsti dal prossimo Decreto andranno alla montagna. Ne discuteremo con il Ministero dell'Economia e delle Finanze".


"La montagna finora è stata dimenticata - ha continuato - al sistema montagna è arrivata finora qualche briciola e purtroppo ci sono stati alberghi che non hanno lavorato per 10 mesi, ci sono stagionali che quest'anno non avranno la possibilità di proseguire la loro attività. Gli investimenti concreti devono andare in questa direzione, individuando soluzioni, con le politiche del lavoro".


Il ministro Garavaglia ha sottolineato che nel corso dell'incontro con gli operatori, con il ministro Gelmini e gli assessori regionali si è parlato anche prospettiva.


"Per ripartire - ha aggiunto - servono due cose: la programmazione, perché non si può sapere il giorno prima cosa succede il giorno dopo), bisogna avere il tempo per programmare con serietà cosa succederà quest'estate e cosa accadrà nella prossima stagione; l'altro elemento è lavorare per mantenere la competitività del sistema montagna che è importantissimo per il nostro Paese e per l'industria del turismo. Non possiamo permetterci di perdere competitività verso i nostri Paesi competitor e quindi usare bene le risorse del Recovery per fare investimenti mirati, efficienza energetica, intervenire sugli impianti in modo che quando si riparte lo si faccia alla grande, come la nostra montagna sa fare".


Nessuna manifestazione di protesta o volontà di attuarne, ma la necessità di un cambio di passo e dell'avvio di un nuovo metodo.


Da questi concetti ha preso le mosse l'assessore alla Montagna di Regione Lombardia, Massimo Sertori, per commentare lo stop alla riapertura degli impianti di sci deciso dal ministro Speranza nonostante le Regioni avessero recepito le osservazioni del Cts per la riapertura in sicurezza e lo stesso Cts avesse dato il placet sulla data del 15 febbraio. Tutta la filiera si era attivata per la ripartenza e tanti investimenti sono andati persi.


"Quanto è successo ha dell'incredibile, ma la presenza del ministro Garavaglia - ha sottolineato l'assessore Massimo Sertori - è il segnale che il nuovo Governo intende inaugurare una nuova stagione, fatta di quell'attenzione che, dall'ultimo Esecutivo, questi territori non hanno avuto. E che hanno visto l'economia di questi territori messa a durissima prova da una chiusura, per il Covid, in un periodo chiave". "L'inverno per la montagna - ha rimarcato l'assessore - è l'equivalente del periodo estivo per le località balneari".


"La salute viene prima di tutto - ha spiegato l'assessore - e su questo siamo tutti d'accordo, ma non dobbiamo dimenticare che servono misure a sostegno dell'economia e dei territori della montagna".


"Indennizzi e ristori devono essere il là alla nuova stagione di dialogo tra mondo ed economia della montagna con le sue genti - ha concluso Sertori - e devono essere accompagnate da misure, anche eccezionali, che consentano alle attività, che hanno praticamente perso tutta la stagione, di trovarsi nelle condizioni di ripartire".


GHIROLDI: "TORNARE A VIVERE LA MONTAGNA"


Sulla vicenda è intervenuto il consigliere regionale Francesco Ghiroldi. “La decisione del Ministro Speranza, comunicata nella serata di ieri, è intollerabile per modi e tempi con cui è stata assunta. Sono settimane che gli operatori dei settori della montagna si preparano alla riapertura; ricevere comunicazione che non potranno lavorare a meno di 12 ore dall'apertura degli impianti è un colpo durissimo e irricevibile. Voglio credere che questo sia l'ultimo atto di Governo in stile Conte bis. Non è più tollerabile navigare a vista e comunicare l’oggi per l’indomani decisioni che riguardano le vite di migliaia e migliaia di lavoratori, solo in Lombardia i lavoratori della neve sono oltre 150mila.


Sono contento delle parole del Ministro Garavaglia, che conosce i territori di montagna e la loro realtà economica, che ha esplicitamente parlato di danno economico creatosi per l’atteggiamento di Speranza e ha esplicitato la necessità di operare indennizzi economici per questa scelta del Governo; ottimo che si sia impegnato a sostenere gli impiantisti e il mondo del turismo invernale già nel prossimo decreto ristori.


Auspico che questa presa di posizione del Ministro al Turismo apra una nuova stagione di rapporto istituzionale con Governo di Roma, nella quale l'attenzione alle realtà montane sia massima.


Chi, come me, vive in un territorio di montagna ha il diritto di poter vivere della montagna. Urgono politiche e investimenti specifici affinché le comunità di montagna possano ancora vivere e avere un futuro”.

Ultimo aggiornamento: 15/02/2021 19:00:17
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