Nella mattinata odierna, i militari della Compagnia di Breno, nell’ambito di un’attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica di Brescia e condotta dai Pm Donato Greco ed Erika Battaglia, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di misura cautelare nei confronti di 23 soggetti (20 cittadini italiani e 3 stranieri) per il reato di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.
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INCHIESTA - L’operazione ha consentito di assicurare alla giustizia i componenti di un gruppo criminale, dedito allo smercio di importanti quantitativi di sostanze stupefacenti (cocaina, eroina, hashish e marijuana), destinati a rifornire le piazze di spaccio dei comuni dell’intera Valle Camonica.
L’indagine “Lucignolo” è stata avviata a fine novembre del 2018, in occasione del decesso per “overdose” di un 48enne, rinvenuto cadavere nella sua abitazione di Braone (Brescia).
DUE MORTI DI OVERDOSE - Il sopralluogo dei militari aveva consentito di sequestrare in casa materiale riconducibile all’uso di droga e poi di identificare il pusher, un pregiudicato 45enne residente a Ceto (Brescia), a carico del quale sono stati acquisiti gravi indizi di colpevolezza anche in ordine alla cessione di eroina, che il 22 febbraio 2019, aveva causato la morte di una seconda persona, un operaio 52enne, residente a Ono San Pietro (Brescia), il cui corpo privo di vita era stato rinvenuto da alcuni conoscenti.
LA RETE - Le indagini, nel frattempo avviate, hanno permesso di ricostruire l’intera filiera del traffico di stupefacenti nel territorio della valle. Partendo dagli spacciatori al dettaglio è stato possibile risalire ai fornitori italiani e stranieri, attivi nel territorio della bassa provincia bresciana.
Otto indagati sono finiti in carcere, dodici agli arresti domiciliari e nei confronti di tre persone è stato disposto l’obbligo di dimora nel comune di residenza.