Anzi sarebbe un "marciapiede a senso unico".
Cosi Lino Balotti, residente nella frazione di Demo, e fondatore dell'Associazione "El Teler" ha preso carta e penna e scritto al presidente della Provincia di Brescia, al presidente dell'Unione dei Comuni della Valsaviore, al commissario del Comune di Berzo Demo (Brescia) per "riportare la legalità in quel tratto di marciapiede che può essere considerato "fuorilegge"".
Recentemente - scrive Lino Balotti - "sono terminati i lavori di realizzazione dei marciapiedi e del muro di sostegno lungo il lato sinistro (in direzione Nord, verso Edolo) lungo la ex statale 42 che in quel tratto è ora una strada provinciale, operazioni che fanno parte dell’intervento di riqualificazione e di messa in sicurezza che anticipa la realizzazione della nuova variante di Cedegolo, Sellero e Berzo Demo, un progetto che solo per il primo lotto prevede un investimento di un milione e 129mila euro".
Secondo Lino Balotti "non c’è attenzione alle barriere architettoniche e non si è tenuto conto delle misure di un percorso pedonale che per legge dovrebbe avere una larghezza minima di un metro e 50, mentre quello realizzato, per decine di metri, è largo 86 centimetri, e la carreggiata stradale è appena al di sopra della sufficienza, con una larghezza di 6 metri". "Come posso passare sul marciapiede col mio nipotino - aggiunge - oppure come può farlo una persona in carrozzella avendo pochi centimetri di margine prima della strada?". E pone una domanda: "Perché realizzare un'opera che mette a repentaglio la sicurezza del pedone e degli automobilisti?". Nella lettera viene chiesto un intervento urgente per riportare la giusta misura nel tratto di marciapiede più angusto e garantire la sicurezza.