A Ossana, in un momento come questo, abbiamo attivato le forme di didattica a distanza mantenendo relazioni che oggi sono ancora più importanti a supporto dei ragazzi”.
La formazione professionale è affiancata poi, in un momento storico impattante, a percorsi di riflessione sul tempo presente: “La parte tecnologica ci aiuta con le lezioni e le interrogazioni, ma anche a riflettere, consapevoli che non siamo fuori dal mondo, indagando gli stati d’animo e superando il momento. Rafforziamo insomma ogni allievo, compresi quelli con bisogni educativi speciali. Con l’inclusione come termine principale della sfida, per merito degli insegnanti e attingendo alle loro risorse tecnologiche e soprattutto umane”.
Naturalmente, un pensiero fiducioso verso il futuro non manca: “Il momento in cui rientreremo in classe sarà vissuto con gioia e un sentimento di liberazione: ma – auspica Branz - c’è anche la preoccupazione che non saremo più gli stessi. Ancora una volta una scuola piccola come la nostra di Ossana potrà fare la differenza, prendendosi cura dei ragazzi e delle loro famiglie, lontani dai grossi centri ma per questa specificità, più umani, più vicini e più flessibili. Ci sarà da lavorare: l’augurio è che la nuova generazione saprà trarre qualcosa da questo cambiamento in termini di attenzione e sostegno al territorio, insieme agli altri attori nel mondo del turismo. Speriamo che – conclude Branz - questo sia compreso da tutti, anche nel momento delicato della scelta della scuola dopo le medie, considerando i gusti, il piacere, lo star bene dei ragazzi: valori che anche nelle storie di tanti ex studenti ritroviamo. Cose che, ora ci rendiamo conto quanto ci mancano”.