Trento - Catastrofe di Stava, commemorata la tragedia che costò 268 vite umane, 39 anni dopo. Dopo la Via Crucis che si è svolta lungo la val di Stavaieri, oggi nel 39esimo anniversario della catastrofe di Stava è stata celebrata la messa di suffragio, nell’ambito delle attività organizzate in memoria della tragedia e delle vittime. La celebrazione si è svolta presso la chiesa di Sant’Eliseo a Tesero. Don Albino dell’Eva, che ha celebrato la messa, ha ricordato le dimensioni umane della tragedia che si è abbattuta sul territorio, evidenziando che dietro ai numeri ci sono i nomi delle vittime e le loro famiglie. Oltre ai famigliari delle vittime, in chiesa erano presenti numerose autorità, tra cui l’assessore provinciale alla salute, politiche sociali e cooperazione Mario Tonina, il presidente del Consiglio provinciale Claudio Soini, i consiglieri provinciali Walter Kaswalder e Maria Bosin, la senatrice Elena Testor, l’assessore comunale di Trento Italo Gilmozzi, lo Scario della Magnifica Comunità di Fiemme Mauro Gilmozzi, nonché i rappresentanti delle amministrazioni del territorio, con la sindaca del Comune di Tesero Elena Ceschini e il sindaco di Longarone Roberto Padrin, e delle forze dell’ordine. Dopo la celebrazione è stato consegnato un riconoscimento, nelle mani del Vicecomandante Ivan Canal, ai Vigili del Fuoco Volontari di Tesero nel 150° anniversario della costituzione del Corpo. Un riconoscimento è stato consegnato anche a Giuliano Vaia, comandante dei Vigili del Fuoco 39 anni fa.
Domenica 21 luglio alle ore 21 nella sala Bavarese presso il Teatro Comunale di Tesero è in programma il concerto in memoria delle Vittime della Val di Stava a cura dell’Associazione “Giuliano per l’organo” di Tesero ed eseguito da Ai Yoshida e dall’ Ensemble Boutique Classique. Per maggiori informazioni: www.stava1985.it/39-anniversario/
Il messaggio del presidente del Consiglio provinciale, Claudio Soini: "La tragedia del 19 luglio 1985 è stato uno dei più gravi, drammatici eventi che il Trentino e la sua Autonomia speciale hanno dovuto purtroppo affrontare, fronteggiare e poi lungamente metabolizzare.
Fu davvero, il crollo dei bacini artificiali di Prestavèl, un 11 settembre per la nostra comunità e per il nostro modello di sviluppo, un evento – come per altri versi l’alluvione del ‘66 - che rafforzò ulteriormente l’impegno da sempre profuso dal sistema istituzionale provinciale nella difesa del suolo, nella gestione ambientale, nella tutela del territorio anche dalla mano improvvida e avida dell’uomo. Ne abbiamo discusso proprio stamane a palazzo Trentini, dove abbiamo ospitato la presentazione del libro con cui l’Associazione forestale del Trentino racconta mezzo secolo di politiche forestali: storia di una cura seria e scientifica dei boschi e della natura, una delle “medaglie” più belle di cui può fregiarsi l’Autonomia speciale. Emerge con tutta evidenza quanto decisive siano state e siano a tutt’oggi la lungimiranza dei decisori politici nell’investire risorse e la qualità dell’apparato provinciale nel metterle a frutto, virtù che in campo forestale hanno permesso negli anni alle nostre terre alte – sulla scorta dell’esperienza e tradizione plurisecolare - di mettere in campo un’importantissima opera di prevenzione idrogeologica e di pregevole tecnica selvicolturale. Un patrimonio peraltro nuovamente sottoposto a una storica prova dalla tempesta Vaia del 2018 e dalla epidemia di bostrico che ne è ulteriormente seguita. Ci avviciniamo ai trent’anni dal disastro che spazzò via l’abitato di Stava e continua ad essere attuale la necessità di rievocarlo, per la sua funzione di severissimo monito: a impedire lo sfruttamento indiscriminato del territorio, a implementare norme inflessibili ed efficaci nel campo della tutela ambientale, a prevenire le tragedie con adeguate misure di gestione e di controllo. Mi piace ricordare da questo punto di vista il voto unanime del nostro Consiglio provinciale, che pochi giorni fa ha detto no a un’opera invasiva e preoccupante come la ventilata diga sul torrente Vanoi. Questo sforzo per la difesa del nostro ambiente, se vogliamo, è idealmente molto vicino a quello che parallelamente va profuso per garantire la sicurezza del lavoro e per ridurre il dramma degli infortuni e delle morti bianche. Sono entrambi impegni che per la politica devono rappresentare priorità assolute".