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Sci, Mondiali Junior: Alice Robinson è la prima iridata della Val di Fassa

martedì, 19 febbraio 2019

Moena – Neozelandese, giovanissima con i suoi diciassette anni appena compiuti. Alice Robinson è la prima campionessa dei Campionati Mondiali Junior di sci alpino della Val di Fassa. Il baby talento del continente australe si è imposto nello slalom gigante femminile con il tempo finale di 1’54”99 ed un margine di 1”04 sulla svizzera Camille Rast. Bronzo, a 1”16, per la norvegese Kaja Norbye. Foto di Elvis Piazzi e Ralf Brunel.

giganteSi tratta del primo titolo iridato per la Nuova Zelanda nella storia dei Campionati Mondiali Juniores, un successo che segna il ritorno sul palcoscenico del grande sci della terra degli All Blacks, anni dopo i trionfi di Annelise Coberger, argento olimpico in slalom ad Albertville ’92 e bronzo juniores in slalom nel ’90 a Zinal, e di Claudia Riegler, capace di vincere cinque volte in Coppa del Mondo negli anni ’90.

La vittoria nel gigante iridato segue di pochi giorni il primo e il secondo posto conquistati nelle due gare di slalom gigante di Coppa Europa a Berchtesgaden e, soprattutto, l’eccellente diciassettesimo posto centrato dalla neozelandese nel gigante dei Mondiali Senior di Aare. Risultati che assumono un significato ancora maggiore alla luce della giovanissima età della Robinson, più piccola di oltre tre anni rispetto a molte avversarie.

Robinson è il primo frutto – davvero saporito – della nuova accademia internazionale fondata negli scorsi mesi da Chris Knight, a lungo tecnico di Lindsey Vonn, ed oggi tornato in patria per coltivare i talenti neozelandesi insieme alla moglie, l’italiana Enrica Cipriani (originaria del veronese ma cresciuta a Campitello di Fassa, a sua volta ex discesista azzurra), che fa da tramite con la Val di Fassa per organizzare gli allenamenti sulle piste dolomitiche durante il periodo invernale.

Seconda a metà gara alle spalle dell’attesa slovena Meta Hrovat, la Robinson ha concretizzato il sorpasso grazie al miglior tempo nella seconda manche, disputata su una Aloch tirata a lucido ed in perfette condizioni, baciata dal tiepido sole quasi primaverile che ha accolto nel migliore dei modi ai piedi delle Dolomiti atleti, delegazioni e tifosi.

Un risultato, quello di Alice, che ha forse messo pressione alla Hrovat, uscita nel cuore del tracciato quando invero stava duellando sul filo dei centesimi per il successo finale. La sua caduta ha spalancato la via dell’argento all’elvetica Rast, volto noto anche nel circuito di Coppa del Mondo, e quella del podio alla norvegese Norbye, che aveva ormai dato per svanite le residue speranze di medaglia.

Con l’uscita della Hrovat, la Slovenia si è dovuta accontentare del quarto posto di Neja Dvornik, seguita dalla campionessa uscente Julia Scheib, austriaca in linea per la riconferma nella prima frazione, ma poi scivolata indietro nella manche decisiva. Nelle prime nove posizioni ci sono atlete di altrettante nazioni, con la finlandese Riikka Honkanen sesta, l’americana Hurt settima, la francese Doriane Escane ottava e la canadese Ali Nullmeyer nona.

Quindicesimo posto per la migliore delle ragazze italiane, la cuneese Carlotta Saracco, diciannovenne di Limone Piemonte portacolori dell’Esercito, capace di risalire di undici posizioni nella seconda manche dopo il 26° posto provvisorio di metà gara. Più indietro le altre azzurrine, con la romana Elena Sandulli (Fiamme Gialle) ventottesima e Lara Della Mea (Esercito) trentanovesima, ancora affaticata dal lungo viaggio di rientro dai Mondiali di Aare e non al meglio tecnicamente in gigante avendo privilegiato nelle ultime settimane l’allenamento in slalom. Domani la friulana avrà modo di riprovarci in slalom, confrontandosi nuovamente con le principali protagoniste della gara tra le porte larghe, inclusa l’elvetica Aline Danioth, oggi piuttosto appannata ma data in grande condizione tra i pali snodati, dopo essersi laureta campionessa mondiale assoluta nel Team Event di Aare.

Questa sera alle 18, intanto, a Moena, è in programma la prima premiazione ufficiale in Piazza de Sotegrava.

Le voci delle protagoniste

Alice Robinson (medaglia d’oro slalom gigante femminile)
«Ho avvertito un ottimo feeling con la pista, la neve, il tracciato, che già conoscevo. Vincere è incredibile. Ero arrivata qui in Val di Fassa con i buoni risultati conquistati nell’ultimo periodo e la bella esperienza ai Mondiali di Aare, ma sapevo che al via c’erano atlete di livello assoluto. Infatti la gara è stata combattuta. Ho cercato di rimanere concentrata e di sciare al meglio delle mie possibilità. Dopo la prima manche i distacchi erano contenuti, quindi sapevo che per salire sul podio avrei dovuto dare tutto anche nella seconda. La pista ha tenuto molto bene e sono riuscita a esprimere la mia sciata. È stato fantastico. Riuscire a vincere alla prima gara a un Mondiale junior è davvero incredibile».

Camille Rast (medaglia d’argento slalom gigante femminile)
«Mi sono presentata a questi Mondiali Juniores della Val di Fassa sapendo di poter puntare ad una medaglia, ma dopo la prima manche, considerato anche il distacco, mi sembrava molto difficile riuscirci. Ho provato a spingere a tutta, sfruttando al meglio anche una pista che nonostante il sole e la temperatura ha retto alla perfezione. Mai avrei pensato di trovare simili condizioni, davvero fantastico. E’ una grande emozione, ora aspetto di fare bene anche nello slalom e poi valuterò se affrontare sia superG sia combinata».

Kaja Norbye (medaglia di bronzo slalom gigante femminile)
«Sono veramente felice per questa medaglia e, in particolare, per la mia seconda manche. Forse potevo fare qualcosa di meglio, ma non ho nulla di rimproverarmi. Ho dato tutto quello che avevo. Le condizione della pista erano ottime, ancora meglio di quello che pensavo. Durante la seconda manche la temperatura era alta, ma il fondo della pista ha tenuto benissimo. Ora ci riproverò in slalom e poi parteciperò anche alla combinata alpina e al team event. Nella gara a squadre ho già vinto la medaglia d’argento lo scorso anno e fu divertentissimo. Mi piacerebbe provare nuovamente quell’emozione».

Carlotta Saracco (15ª classificata e prima delle italiane)
«Avevo un pettorale abbastanza alto, perché lo scorso anno sono rimasta ferma a causa di un infortunio. Nella prima manche non ho sciato benissimo nella parte alta della pista, dove ho trovato qualche segno, mentre nella parte bassa sono riuscita a esprimermi meglio. Nella seconda discesa ho cercato di sfruttare al meglio il numero e ho recuperato parecchie posizioni. Posso dirmi contenta a metà, sapendo che si poteva fare meglio. Ora prenderò parte anche allo slalom, al superG e alla combinata. L’obiettivo? Quello di sciare al meglio delle mie possibilità. Quando si scia bene arrivano anche i risultati. È la prima volta che partecipo a un Mondiale e poter debuttare in Italia è stupendo. Le piste sono ottime, l’atmosfera e il clima pure».



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