Una gara importantissima per capire il livello di forma, e che può dare, in caso di buoni risultati, anche una spinta morale fondamentale per affrontare due appuntamenti prestigiosi come la Liegi-Bastogne-Liegi e il Giro”.
L'ultima apparizione di Vincenzo Nibali sulle strade di Tirolo, Alto Adige e Trentino risale al 2019, quando il siciliano riuscì a salire sul terzo gradino del podio finale alle spalle dei giovani Pavel Sivakov e Tao Geoghegan Hart, interpretando la corsa all’attacco. L’ultima edizione del Tour of the Alps è infatti coincisa con uno dei primi segnali dell'arrivo di una nuova generazione di atleti, pronta a rivoluzionare il mondo del ciclismo. Tuttavia, la “vecchia generazione” di campioni, di cui Nibali è uno dei massimi esponenti, non intende gettare la spugna e già sulle strade del Tour of the Alps intende dimostrare di poter dire ancora molto.
“Il ricambio generazionale è qualcosa di ciclico ma quella passata è stata una stagione anomala sotto molti punti di vista – spiega Nibali -. Credo che in condizioni normali, l'esperienza accumulata in tanti anni possa ancora avere un peso e un valore importante nella gestione di una corsa. I giovani hanno maggiore freschezza ed esplosività, ma noi siamo in grado di gestire meglio la pressione del risultato e conosciamo perfettamente il nostro fisico. Il confronto tra diverse generazioni è qualcosa che spinge tutti a tirare fuori il meglio: sarà un bel confronto anche al Tour of the Alps”.
L'esperienza di Nibali, unita alla capacità di gestire la pressione, potranno sicuramente essere d'insegnamento per Antonio Tiberi, uno dei giovani più promettenti del ciclismo italiano che al Tour of the Alps si misurerà per la prima volta coi migliori atleti a livello mondiale. Quel che è certo è che la Trek-Segafredo affronterà la corsa euro-regionale all’attacco, provando a mettere in difficoltà gli avversari, a partire da Bernal, Yates, Bardet, Hindley, Carthy, Pinot, senza dimenticare Chris Froome e Nairo Quintana. “Alla Trek-Segafredo conosciamo i nostri ruoli e siamo consapevoli di dover unire le forze per giocarcela”, chiarisce il vincitore del Tour de France 2014. Se non sa di avvertimento ai rivali, poco ci manca.