Trento - Sui Fondi Comuni Confinanti, che vede coinvolti le province di Trento e Bolzano e le realtà di confine delle province di Brescia e Sondrio, e del Veneto, si è sviluppato un dibattito in Consiglio provinciale a Trento sulla proposta avanzata dal consigliere provinciale Alex Marini (M5S). La mozione 422/XVI “Coinvolgimento dei comuni nella gestione del fondo comuni confinanti” presentata a Alex Marini è stata bocciata.
L'intervento del consigliere provinciale Alex Marini (nella fo13to)
"Ogni anno la Provincia di Trento e quella di Bolzano destinano svariate decine di milioni di euro al Fondo Comuni Confinanti, un ente che a sua volta indirizza i soldi su opere che dovrebbero aiutare a sostenere i territori di confine con Trentino-Alto Adige. La cosa incredibile (e anche incresciosa) è che i Comuni trentini interessati da queste opere non sono coinvolti e nemmeno informati rispetto ad esse. Nell’ultima seduta di Consiglio provinciale ho presentato una mozione per cambiare le cose… ma la maggioranza leghista mi ha risposto picche. Motivo? Coinvolgere i Comuni trentini rispetto a opere che li riguardano direttamente, finanziate con denaro proveniente (anche) dalle loro tasse è ritenuto un fastidio che rallenterebbe le procedure di assegnazione della grana.
Negli anni la gestione del Fondo Comuni Confinanti ha sollevato un’enorme quantità di dubbi (per non dire peggio) rispetto all’utilizzo delle risorse pubbliche provenienti dalla nostra Provincia. Si pensi al finanziamento del tunnel a senso unico alternato che dovrebbe collegare la Val Vestino al Comune trentino di Bondone. Costo stimato 32 milioni e rotti di euro per servire poco più di 300 persone (e c’è chi dice che i milioni da metterci saranno almeno 3 volte tanti) e zero confronto col Comune sul cui territorio l’opera andrà a sbucare. Volendoci addentrare nella tragicommedia c’è poi la vicenda della rotonda quadra asimmetrica e del secondo ponte costruito sul fiume Caffaro: finito nel 2017, costato più di 2 milioni e mezzo di euro e mai aperto mentre il vecchio ponte del 1906 scricchiola e si sono messe limitazioni al traffico dei mezzi pesanti con conseguenti danni a tante imprese di trasporti trentine e non. Anche in questo caso zero confronto col Comune trentino interessato (Storo), che però subisce il danno.
Esempi eclatanti che spiegano bene come e perché coinvolgere i Comuni nella progettazione delle opere pagate con soldi trentini e realizzate ai loro confini sarebbe cosa buona e giusta. Dire di sì a una proposta del genere dovrebbe essere automatico da parte di gente che per anni l’ha menata sulla necessità di tutelare e andare incontro alle esigenze delle periferie, giusto? Sbagliato. Adesso che hanno il potere, ai leghisti nulla importa delle periferie.
L’importante è far girare i soldi pubblici col minor numero di verifiche e di controlli possibili. Se poi escono disastri e sperperi… chissenefrega, tanto chi doveva avere ha avuto e se cittadini e imprese sono danneggiati, affaracci loro!
Il Fondo Comuni Confinanti (FCC) è un organismo che unisce e porta avanti le istanze dei territori che confinano con le province autonome di Trento e Bolzano, ovvero Veneto e Lombardia, quindi appartenenti a regioni diverse ma vicine geograficamente al Trentino-Alto Adige/Südtirol. Il FCC è stato ideato al fine di realizzare progetti capaci di emancipare a livello sia sociale che economico i territori di confine. Il FCC è stato formalmente istituito con l’art. 2, comma 117, della legge 23 dicembre 2009, n. 191 (legge finanziaria 2010);
secondo quanto previsto nell’art. 2, comma 117, ciascuna delle due province autonome assicura annualmente un intervento finanziario pari a 40 milioni di euro istituendo apposite postazioni nel bilancio pluriennale. L’Art. 117 bis stabilisce che attraverso una successiva Intesa vengono definiti:
a) i criteri di individuazione dei progetti e delle iniziative di cui al comma 117, riservando in ogni caso una quota di finanziamento a progetti a valenza sovraregionale;
b) le modalità di gestione delle risorse, garantendo l’erogazione dei finanziamenti annuali da parte delle province autonome di Trento e di Bolzano, di cui al comma 117;
c) le modalità’ di gestione dei progetti approvati e finanziati nelle annualità 2010-2011 e 2012 dall’organismo di indirizzo e delle relative risorse;
la nuova “Intesa tra il Ministero dell’economia e delle finanze, il Ministero per gli affari regionali e le autonomie, la regione Lombardia, la regione del Veneto e le Province autonome di Trento e di Bolzano avente ad oggetto la disciplina dei rapporti per la gestione delle risorse di cui all’articolo 2, commi 117 e 117bis, della legge 23 dicembre 2009, n. 191 e s.m.i.”, sottoscritta l’11 giugno 2020, disciplina le modalità di gestione delle risorse finanziarie del FCC;
L'intesa, attraverso il finanziamento di progetti ed iniziative, anche di durata pluriennale, mira a favorire uno sviluppo coeso fra i territori confinanti delle province autonome di Trento e Bolzano, quindi delle regioni Lombardia e del Veneto, anche in un’ottica di perequazione e solidarietà fra i territori. I progetti, che possono avere anche un carattere sovraregionale o di interesse delle province confinanti venete e lombarde, hanno quindi lo scopo di favorire la valorizzazione e lo sviluppo economico e sociale dei territori confinanti, favorendo altresì l’integrazione e la coesione con i territori confinanti delle province stesse, anche secondo gli obiettivi di coesione e solidarietà sociale e rimozione degli squilibri economici e sociali previsti nell’articolo 119, c. 5 della Costituzione (vedi art. 1 dell’intesa);
al fine di raggiungere gli obiettivi sopra menzionati e per la gestione delle risorse finanziarie considerate dall’intesa, è stato costituito il comitato paritetico i cui membri sono i presidenti pro tempore delle regioni Lombardia e Veneto, il Ministro per gli affari regionali e le autonomie e i presidenti delle province autonome di Trento e di Bolzano o i rispettivi delegati; inoltre vengono invitati a partecipare ai lavori del comitato tre rappresentanti dei sindaci dei 48 comuni confinanti senza diritto di voto;
il meccanismo di finanziamento degli interventi nei comuni confinanti con le province di Trento e di Bolzano aveva ed ha il fine di ridurne la condizione di svantaggio e dunque, implicitamente, di contenere la volontà di aggregarsi al Trentino-Alto Adige/Südtirol, la quale, negli anni in cui è stata introdotta l’attuale normativa, si era manifestata con una lunga serie di iniziative referendarie.