Adesso, con il contributo degli esperti, ogni situazione di potenziale rischio dovrà essere verificata puntualmente, anche considerando le precipitazioni nevose che si verificheranno.
Convocato dal dirigente generale del Dipartimento Protezione civile Stefano De Vigili per una verifica della situazione sul fronte delle valanghe a seguito degli schianti di alberi che si sono verificati, l’incontro aveva l’obiettivo di fare un quadro della situazione complessiva del Trentino e dare, prima che inizi a nevicare, indicazioni operative ai responsabili delle Commissioni locali valanghe su come affrontare la stagione invernale ormai alle porte. Le Commissioni saranno infatti impegnate a controllare ancora più puntualmente il territorio.
“I recenti eventi meteorologici – ha sottolineato l’ingegner De Vigili - hanno messo a dura prova il territorio e impegnato duramente il Dipartimento e non solo. Superate le fasi dell’emergenza, ci aspetta ancora molto lavoro da fare, con la collaborazione di tutti”. Alberto Trenti, direttore di MeteoTrentino, ha ricordato come quello che si è abbattuto sul Trentino, per quantità di precipitazioni e per intensità delle raffiche di vento, sia l’evento meteorologico più pesante degli ultimi 150 anni.
Alessandro Wolynski, direttore dell’Ufficio pianificazione, selvicoltura ed economia forestale, ha fornito le cifre sugli schianti: si stimano 2.800.000 metri cubi di alberi caduti, quando il prelievo annuale in tutto il Trentino è di circa 500.000 metri cubi. Le zone più colpite sono le valli di Fiemme e Fassa, ma anche Valsugana e Tesino, Primiero Alta Valsugana, pinetano, il territorio degli Altipiani. Fenomeni rilevanti si sono avuti anche a Folgaria, Terragnolo, in Val di Ledro, in Rendena e Giudicarie. Entro il mese di gennaio, ha ricordato, sarà completato un piano di intervento, che comprenda recuperi e ripristini, tenuto conto che un bosco si considera efficiente per la trattenuta della neve se ha un grado di copertura di almeno il 50%. I nivologi della Provincia autonoma di Trento Marco Gadotti e Sergio Benigni hanno parlato delle nuove aree di distacco e delle situazioni di maggior rischio.
All’incontro hanno partecipato anche Anselmo Cagnati, responsabile dell’Ufficio valanghe di Arabba, e Alberto Lucchetta, direttore del Dipartimento sicurezza del territorio dell’ARPA del Veneto.