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Venerdì, 30 aprile 2021

Riaperture a metà dei bar dopo le maxi-perdite per il lockdown, i pubblici esercizi trentini: "Un nuovo attacco al modello italiano"

Passo Tonale - Le riaperture "a metà" decise col nuovo decreto del Governo Draghi non convincono cittadini e attività: paradossi e regole insostenibili, senza criteri scientifici e sanitari, rischiano di appesantire ancor di più la catastrofe scatenata da 15 mesi di continui lockdown e provvedimenti inefficaci.


FIPE si scaglia contro il divieto consumazione al banco nei bar: "Un altro pesante colpo ai bar che hanno perso già 8 miliardi di euro di ricavi e 90.000 posti di lavoro. La circolare del 24 aprile con cui il Ministero dell’Interno ritiene che il DL “Riaperture” vieta ai bar la possibilità di effettuare la somministrazione al banco è giuridicamente incomprensibile e non ha alcun fondamento di sicurezza sanitaria.

Si tratta di un’interpretazione che nessuno si aspettava considerando che il decreto non esclude espressamente il consumo al banco ma, al contrario, ha voluto specificare con quali modalità può avvenire il consumo al tavolo (esclusivamente all’esterno fino al 31 maggio)".


D’altra parte, dopo 14 mesi di blocco delle attività di ristorazione, almeno l’aspettativa di una regolamentazione puntuale non dovrebbe essere tradita: in zona gialla i bar hanno sempre avuto la possibilità di effettuare la somministrazione al banco anche in virtù del fatto che si tratta di un consumo veloce, che non implica una lunga permanenza all’interno degli esercizi. In sostanza, stando alla circolare del Ministero dell’Interno, la somministrazione al bancone non si potrà fare prima del 1° luglio mentre a partire dal 1° giugno sarà possibile consumare al chiuso ma al tavolo. L'ennesimo paradosso giuridico e sanitario, in continuità con molti altri dell'ultimo anno.


"È un attacco al modello di offerta del bar italiano - dichiara Fabia Roman, presidente dell’Associazione pubblici esercizi del Trentino - che si differenzia da quelli degli altri Paesi proprio perché basato sul consumo al banco. Un provvedimento punitivo ingiustificato anche sotto il profilo scientifico sui rischi sanitari che si corrono. Anzi la scienza continua a sostenere che il rischio di contagio cresce con l’aumento del tempo di contatto".


Per dare voce agli oltre 1.500 bar del nostro territorio, l’Associazione si associa alla richiesta del Presidente Stoppani di un intervento urgente da parte del MISE, perché "ormai il tema della salute pubblica non può essere separato da quello della tenuta di un intero settore produttivo".

Ultimo aggiornamento: 30/04/2021 11:58:05
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