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Venerdì, 9 giugno 2023

Bostrico, intervento del sindaco di Vermiglio Michele Bertolini

Vermiglio (Trento) - Il sindaco di Vermiglio, Michele Bertolini, ha tracciato un quadro sulla situazione del bostrico. Nella zona di Vermiglio - sottolinea Michele Bertolini (nella foto) il bostrico ha proliferato ancora prima della catastrofe di Vaia ed è qui che abbiamo lo scenario più drammatico. Uno scenario che a livello paesaggistico probabilmente ci riporta indietro di oltre 100 anni: alla fine della Prima Guerra Mondiale cercando tra i documenti storici proprio il Comune di Vermiglio chiedeva il risarcimento per gli ingenti danni causati al bosco dal bostrico tipografo. Le bombe lanciate sulla foresta e le piante tagliate e lasciate a terra per creare degli ostacoli al nemico avevano dato la possibilità al coleottero di proliferare.
COSA SIGNIFICA PERDERE L’ABETE ROSSO
Da un alto vi sarà un grande cambiamento a livello paesaggistico e dall’altro a livello economico come entrata in parte corrente per il Comune che ogni anno introitava denaro con la vendita dei lotti boschivi.
Vi è grande preoccupazione per il futuro a livello di manutenzione del bosco. Ad oggi infatti il territorio riusciva a generare autonomamente le risorse da investire in manutenzione mentre in futuro non sarà più così.
Anche a livello idrogeologico e valanghivo la situazione cambierà radicalmente facendo aumentare i rischi.
SCENARI FUTURI E PROSPETTIVE
Ad oggi tutta la capacità delle Nostre foreste di assorbimento del carbonio atmosferico è già statAcontabilizzata da ISPRA nell’”Inventario nazionale delle foreste e dei serbatoi forestali di carbonio”, documento redatto ai fini della dimostrazione del raggiungimento degli obiettivi sanciti dai negoziati internazionali sul clima (Kyoto).
Di fatto un’azienda Trentina che vuole essere “Carbon Neutral” certificata deve acquisire i crediti investendo in parti del mondo extraeuropee (Africa, India, Sudamerica).
Il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione il 13 Settembre 2022 ed un regolamento il 30 Novembre 2022 che trattano del tema crediti di Carbonio Forestali. Il regolamento europeo dà attuazione all'iniziativa della Carbon Farming, che istituirà il primo quadro regolamentare condiviso dell'UE per certificare, in modo affidabile e su base volontaria, gli assorbimenti e le riduzioni di carbonio dall'atmosfera, rendendo così più facile remunerare l'importante servizio che i boschi svolgono per l'ambiente e la collettività. I crediti possono essere acquistati in maniera volontaria dalle aziende, con lo scopo di compensare le proprie emissioni, contribuendo così alla lotta al cambiamento climatico. In questo modo i proprietari e gestori forestali possono ricevere una remunerazione per le attività di gestione in grado di favorire l'assorbimento del carbonio e per i servizi ecosistemici da loro generati.
Il D.L. 24 febbraio 2023, n. 13, convertito con legge del 21 aprile 2023, n.

41, ha istituito, presso il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA), il “Registro pubblico dei crediti di carbonio generati su base volontaria dal settore agroforestale nazionale”.
Tale registro permetterà di superare l’annoso problema della “doppia contabilizzazione” dei crediti di carbonio che limita gli scambi dei crediti prodotti dalle imprese agroforestale nell’ambito del mercato volontario quando gli stessi assorbimenti sono già stati contabilizzati da ISPRA nell’”Inventario nazionale delle foreste e dei serbatoi forestali di carbonio”, documento redatto ai fini della dimostrazione del raggiungimento degli obiettivi sanciti dai negoziati internazionali sul clima (Kyoto).
COME FUNZIONA
I crediti di carbonio agroforestali, che continuano a contribuire al raggiungimento degli obiettivi nazionali di assorbimento delle emissioni di gas a effetto serra contabilizzati dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) nell’ambito degli obblighi internazionali, potranno essere venduti nell’ambito dei mercati volontari esclusivamente per le pratiche aggiuntive di gestione sostenibile.
Il CREA ammette all’iscrizione nel Registro i crediti di carbonio generati e certificati, su richiesta dei soggetti proprietari ovvero gestori di superfici agroforestali, che realizzano attività di imboschimento, rimboschimento e gestione sostenibile agricola e forestale, aggiuntive rispetto a quelle previste dalla vigente normativa europea e nazionale di settore.
Le modalità di certificazione degli assorbimenti aggiuntivi prodotti con le citate attività saranno definite attraverso la predisposizione di linee guida, oggetto di un apposito decreto del Masaf, di concerto con il Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica e previa intesa in sede di Conferenza Stato/regioni, da emanarsi entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione.
Passa cioè il concetto che lavorato “bene” il bosco possa aumentare la sua capacità di stoccaggio di carbonio. In Trentino i Comuni hanno la gran parte dei boschi certificati PEFC e quindi ci troveremo probabilmente in una situazione di favore se sapremo essere incisivi e cogliere l’opportunità.
MA COSA PUO’ SIGNIFICARE A LIVELLO ECONOMICO
Per fare due conti: un ettaro di foresta secolare di abeti assorbe 22 tonnellate di anidride carbonica ad ettaro che sul mercato vale circa 50 euro/tonnellata. A livello Nazionale un regolamento dovrà definire in che percentuale il valore di circa 1000 euro/ettaro sarà decurtato per evitare il doppio conteggio (cioè per non rivendere due volte quello che è già stato a suo tempo ceduto per il rispetto del trattato di Kyoto).
Faccio il conto su Vermiglio : 5000 ettari per 22 tonnellate di CO2=110.000 tonnellate x 50 euro=5.500.000 euro. Gli esperti ritengono che per rispettare Kyoto ne siano già stati contabilizzati l’80%. Ipotizziamo prudenzialmente il 90%: rimarrebbero al Comune 550.000 euro di proventi dalla vendita di crediti chiaramente in percentuale da devolvere al servizio foreste PAT come versamenti delle Migliorie Boschive da parte degli enti proprietari di boschi, come accade oggi per la vendita del legname ai sensi dell’art 91 bis della legge 11 del 2007.
In questo modo il bosco continuerebbe a vivere e ad essere preservato anche per la sua preziosa biodiversità che genererebbe un reddito al proprietario.
QUANTO SIAMO DISTANTI
Bisogna spingere a livello Nazionale perché il tutto venga attuato e sia Provincia che parlamentari Trentini devono stare molto attenti al decreto attuativo che sarà emanato entro Luglio inserendo e valorizzando la specificità trentina. Quantificato il valore ad ettaro di foresta dovrebbe quindi entrare in gioco il Consorzio dei Comuni Trentini ( ad oggi capofila della certificazione Pefc) per una vendita centralizzata dei Crediti da suddividere tra gli enti proprietari in base agli ettari.
IN COSA IL TRENTINO PUO’ ESSERE INNOVATORE
Creare il sotto registro dei Crediti di Carbonio Trentino:
. le aziende Trentine che vogliono essere Carbon Neutral devono prioritariamente accedere a questo mercato;
. possibilità che ad un prezzo agevolato o in parte in detrazione fiscale vi sia la facoltà a tutte le aziende Trentine di farvi ricorso in modo che il Trentino sia Carbon Neutral Autonomamente.
. iIl resto va sul mercato.
Per il Marketing territoriale sarebbe fortissimo. Probabilmente vista la percentuale di territorio boscato potremo essere carbon neutral in modo autonomo.
Per i Comuni ed enti proprietari che non possono più vendere legname dopo Vaia sarebbe una grande opportunità, i fondi andrebbero spesi sulle foreste in % da definire, in modo che il Paesaggio possa trarne vantaggio.
COSA CAMBIA PER LE AZIENDE
Le aziende Trentine che ad oggi vogliono essere Carbon neutral per compensare devono acquistare crediti che sono disponibili solo da progetti in Paesi in via di Sviluppo secondo la visione che bisogna creare buonepratiche anche laddove vi è meno sensibilità sui temi ecologici.
Da un lato questo si scontra con quanto sta facendo l’Europa che cerca di avvicinare sempre di più la produzione di energia ai cittadini con tutte le leggi sulle Comunità energetiche rinnovabili e dei cittadini.


"Una visione come quella descritta sopra è fortemente autonomista e avvia il Nostro territorio verso un equilibrio interno. Si decida poi a livello centrale, se si vuole preservare anche il principio dell’investimento in paesi in via di sviluppo, di destinare alla cooperazione internazionale una percentuale per progetti d investimento in paesi emergenti", conclude Michele Bertolini, sindaco di Vermiglio.

Ultimo aggiornamento: 09/06/2023 07:21:36
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