L'Adunata degli alpini 2018 ha registrato una serie di reazioni e confronto a livello politico e amministrativo.
Ecco l'opinione di Franco Panizza, già senatore della Repubblica e segretario politico del PATT
"In questi giorni registro diversi interventi che esprimono la preoccupazione che non sia perso il ricordo dei nostri soldati caduti nel primo conflitto mondiale nelle file dell’armata austriaca.
Una memoria che era stata negata ed in molti casi purtroppo cancellata nel nome di quello stesso nazionalismo che ha provocato tutte le guerre. Ma che oggi, grazie al prezioso ed appassionato impegno di associazioni meritorie, di studiosi e volontari sensibili e alla determinazione della classe politica autonomista, negli ultimi tempi condivisa e sostenuta anche dalle altre forze politiche, finalmente possiamo affermare che è stata finalmente recuperata.
Lo posso testimoniare con comprovata certezza, perché, prima da assessore provinciale poi come rappresentante del Governo nazionale per il Centenario, ho promosso e seguito direttamente il progetto del Centenario, significativamente denominato “Dalla guerra alla pace”.
Nell’impostare il progetto, volevamo che le commemorazioni non fossero tanto un doveroso riconoscimento istituzionale, ma fossero vissute come un momento di condivisione, di presa di coscienza da parte dei Trentini della loro storia e della loro identità diversa rispetto al resto d’Italia. E soprattutto come occasione per rilanciare e dare valore alla nostra riuscita esperienza di convivenza e di fruttuosa collaborazione tra popoli di lingua diversa.
Un messaggio che è stato recepito al di sopra di ogni più rosea aspettativa: tutti i comuni e le comunità di valle si sono mobilitate per coinvolgere tutta la popolazione e non più solo gli addetti ai lavori o gli appassionati. Gli straordinari risultati sono sotto gli occhi di tutti e ci pongono come un esempio per gli altri territori che hanno vissuto il dramma della guerra: l’elenco anche online, completo di moti dati e documenti, dei circa 12.000 soldati, le innumerevoli mostre, le pubblicazioni, i filmati, le ricerche storiche a tutti i livelli, i diari di guerra, le rappresentazioni che hanno coinvolto tutti i cori, le bande, le filodrammatiche e le realtà culturali.